Il Papa e l’incontro con i malati in Cattedrale

Caro direttore (e grande amico) Francesco, ti scrivo quando mi è appena arrivata la copia del Corriere Cesenate. Come sempre lo sfoglio, ma oggi ho voluto soffermarmi sul tuo editoriale e su un pezzo di pagina 19: “La carezza del Papa ci riappacifica con il destino”.

Non ho potuto partecipare né a Cesena né a Bologna; ho dovuto assolvere ai miei compiti di parroco a Imola… ma ho seguito i vari avvenimenti. Sia lo speciale precedente che quest’ultimo. Avete fatto un grande lavoro (immagino anche la fatica tua e dei tuoi collaboratori).

Tu scrivi: “Da brividi le braccia al collo e le strette di mano con numerosi disabili… l’emozione si è trasformata in commozione per il fuori programma del tutto inatteso…”.

Queste cose che tu hai scritto, le ho vissute leggendo il vostro pezzo di pagina 19. Non c’è l’autore dell’articolo, ma forse è meglio così: le foto descritte e raccontate non sono solamente un pezzo di cronaca, ma a me paiono come i racconti dei primi martiri della Chiesa. Non è un saggio teologico, ma quel pezzo in me ha fatto vibrare delle corde importanti e… mi permette di non “balconare”. Poi quella foto dell’abbraccio che coglie un attimo, un mezzo secondo, ma che sguardi!!! Mi ritrovo in quell’abbraccio di Cristina di 7 anni, che vorrei dare a Cristo ogni giorno della vita.

Grazie a te del vostro impegno e del vostro lavoro. Avanti tutta!

Don Marco Renzi, Imola (Bologna)