Il passaggio del Rubicone a teatro. Raccolte in un libro tutte le rappresentazioni del celebre evento

Il passaggio del Rubicone compiuto da una grande condottiero romano, che ha cambiato per sempre il corso della storia, tra versi e note di un’opera lirica. A esplorare questo aspetto inedito della musica e cultura italiana, grazie a un’accurata ricerca storica, è il libro ‘Cesare all’opera’ di Paolo Turroni con il contributo di Franco Dell’Amore ed edito da Il Ponte Vecchio, uscito pochi giorni fa.

Sono solo quattro le opere, tutte intitolate ‘Cesare al Rubicone’, andate in scena fra il XVIII e il XIX secolo in quattro luoghi diversi d’Italia, e l’autore ne ha portato alla luce i relativi libretti. In assenza della parte musicale, andata dispersa, il volume analizza le biografie degli autori, collocandoli nel tempo in cui vissero e operarono.

La prima città che dedicò un’operetta al passaggio del Rubicone fu Cesena e non poteva essere diversamente, dato che nel XVIII secolo lo scontro con Savignano sullo storico fiume era al momento di massima tensione”, spiega lo scrittore e saggista Paolo Turroni. Fu scritta dal letterato cesenate Vincenzo Masini e venne rappresentata probabilmente un’unica volta nel 1725 in Casa Locatelli a Cesena in occasione di un battesimo.

Nel 1731, nella sontuosa galleria del Palazzo Reale di Palermo, fu rappresentata la cantata del canonico Lorenzo Migliaccio. Pare sia l’unico libretto teatrale da lui scritto, che maggiormente si prodigava in sacre orazioni. Si tratta invece di un vero e proprio dramma teatrale l’esibizione a Venezia nel 1766, ma sono del tutto ignoti l’autore poetico e quello delle musiche (si conoscono solo le iniziali, G.B., forse Giuseppe Bonzio), come pure il nome del teatro.

Si torna in Romagna per l’ultima opera dedicata all’attraversamento del corso d’acqua dove Cesare pronunciò la celebre frase Alea iacta est (il dato è tratto): a Rimini pochi anni dopo l’unità d’Italia. Nel 1865 si è alzato il sipario al teatro Vittorio Emanuele II della trasposizione con le musiche del giovane Amintore Galli e il libretto dell’abate Fedele Venturi.

Il volume è promosso dall’associazione ‘Pro Rubicone’, attiva dai primi anni ‘90, e conta tra gli altri un contributo del Comune di Cesena.