Il preside dell’Agrario Giorgi in partenza per Il Cairo: “Un’opportunità che mi ha sempre affascinato”

Da dirigente scolastico di Geometri e Agrario a dirigente delle scuole italiane a Il Cairo, in Egitto. Camillo Giorgi, 59 anni, dal 2 gennaio prenderà servizio coronando così un sogno all’estero che aveva comunque già concretizzato da docente. Ora il “Garibaldi-Da Vinci” sarà guidato fino al prossimo anno scolastico da un reggente ancora da individuare.

Preside, come è nata questa opportunità?

È una cosa che mi ha sempre affascinato. Nei mesi scorsi ho partecipato alla selezione per dirigente e mi è stato assegnato il ruolo. Seguirò il coordinamento delle scuole italiane al Cairo e le altre presenti in Egitto.

Ve ne sono altre oltre che nella capitale?

Sì, sono scuole paritarie che fanno capo ai Salesiani. Sono sorte nei decenni scorsi, quando la comunità italiana era molto forte, specie ad Alessandria d’Egitto. Si tratta di istituti a indirizzo tecnico industriale e poi vi sono anche scuole professionali. Anche la lingua e la cultura italiana sono materie che hanno un peso importante. Tutte rientrano sotto la giurisdizione del Consolato. Sono scuole frequentate per lo più da studenti egiziani e anche dai figli degli italiani che lavorano là.

E non è un’esperienza del tutto nuova per lei…

Infatti. Già dal 2003 al 2008, come docente, sono stato in Eritrea, ad Asmara. Poi non dimentichiamo che ho avuto dei predecessori. Alla fine degli anni ’60, il preside dell’Agraria Antonio Renzi partì per l’Uruguay, destinazione Montevideo. Molti ricorderanno, più recentemente, Gianfranco Zavalloni che partì per il Brasile dove ricoprì il ruolo di dirigente. E pochi mesi fa la docente Gloria Domeniconi, è partita per Belgrado per insegnare materie letterarie.

Come giudica i suoi anni da dirigente di Geometri e Agrario?

È stata un’esperienza impegnativa e, allo stesso tempo, entusiasmante. Ho preso incarico il primo settembre del 2012 e lascio, in pratica, il 31 dicembre 2018. Oggi i due plessi, insieme, contano 1100 studenti e 250 dipendenti. È una grande azienda, oltre che una doppia realtà scolastica, con problemi complessi che travalicano la sola didattica.

Come sono cambiati i tempi rispetto a quando ha cominciato a insegnare?

Come docente ho messo piede in un’aula per la prima volta nel 1989. Oggi le cose sono piuttosto diverse, si pensi solo al maggior peso delle lingue straniere e soprattutto delle esperienze all’estero che facciamo compiere ai nostri ragazzi. Poter dialogare in lingua con gli insegnanti, oppure fare alternanza scuola lavoro in aziende all’estero rappresentano esperienze insostituibili. Tutto questo, 30 anni fa, era inesistente o quasi. Inoltre, la didattica ora è molto più indirizzata e organizzata attraverso progetti e non più nell’insegnamento frontale come una volta.

Quali ricordi positivi si porterà in Egitto?

Di certo il sostegno e la collaborazione con i docenti e il personale. C’è sempre stato uno spirito costruttivo anche nei casi di diversità di vedute. Anche con l’Amministrazione comunale di Cesena il rapporto è sempre stato ottimo. La Provincia, a causa dei tagli degli ultimi anni, si è ridotta di oltre due terzi sia come personale rivolto al mondo della scuola, sia per i finanziamenti. Vi sono notevoli difficoltà per l’edilizia scolastica, ma che non sono di certo da imputare alle poche persone rimaste in forza negli uffici preposti della Provincia.

C’è un progetto di cui va particolarmente fiero?

Ve ne sono diversi, ma cito per tutti la progettazione del nuovo edificio adibito ad aule e laboratori all’Agraria che è frutto di un gioco di squadra. Sono stati stanziati 4 milioni di euro per una palazzina di tre piani da 2000 metri quadrati complessivi. A breve partiranno le procedute per l’appalto e credo che entro la fine del 2021 ci sarà il taglio del nastro. Quel giorno, vorrei proprio esserci.