Il sindaco di Cesena tira le somme di un anno difficile: «Non voglio lasciare il lavoro a metà»

«Tra il 2026 e il 2027 ci sarà da raccogliere molto e non vorrei lasciare le cose a metà». È già proiettato al futuro Enzo Lattuca, primo cittadino di Cesena, che questa mattina ha incontrato la stampa locale nel palazzo comunale per tracciare un bilancio dell’anno appena trascorso. «Un anno difficile, complicato, drammatico. Non solo per l’alluvione, evento che passerà comunque alla storia».

In merito all’alluvione e agli interventi successivi, il sindaco ha detto che «non è stato fatto poco in questi sette mesi, anche se non è stato abbastanza. L’unica vera mancanza è stata nei primi due mesi, quando il Governo ha perso tempo nella scelta del Commissario. Da metà luglio in poi è cominciata una leale collaborazione con la struttura commissariale e le cose sono andate per il verso giusto, con il massimo impegno da parte di tutti».

Ripensando all’emergenza di maggio, Lattuca si rimprovera solo di non aver usato a ridosso dell’esondazione «i campanili delle chiese, con campane e altoparlanti, per avvisare la popolazione che non si era informata sui giornali di carta e online. Sono stati i tre giorni più difficili del mio mandato, al pari dei primi giorni dell’emergenza Covid».

Tra la pandemia da Covid, i costi dei materiali alle stelle e il ritorno dell’inflazione, la crisi energetica e l’alluvione, le sfide degli ultimi anni sono state tante: «Anche nei momenti difficili comunque non mi sono mai sentito solo – ha sottolineato Lattuca – e la città ha dato prova di grande tenuta e capacità di ripartire. Quella cesenate è una comunità solidale, coesa da ogni punto di vista, composta e operosa. Un’amministrazione comunale deve cercare sempre di essere all’altezza della città e questa è una città di grande livello».

In questi ultimi mesi di mandato (si voterà per il Comune assieme alle europee, il 9 giugno) «saremo impegnati come Giunta su diversi fronti, dal nuovo ospedale alle casse di espansione del Rio Marano, fino all’accordo con il Sacro Cuore per la realizzazione di un parcheggio pubblico nell’area». Per le scelte chiave la data ultima è il prossimo 25 aprile, dopo di che, in vista delle elezioni, si entrerà nella fase dell’ordinaria amministrazione.

Le tante emergenze da un lato hanno messo in ombra parte del programma elettorale, dall’altro lo hanno velocizzato, grazie ai fondi per 80 milioni di euro di finanziamenti dal Pnrr: «A parte la nuova scuola di San Vittore, però, non ci saranno tagli del nastro a breve. Il 2024 sarà ancora un anno di cantieri, con disagi però limitati: la città non sarà paralizzata».

In merito all’emergenza casa, il sindaco è certo che l’intervento in corso all’ex mercato ortofrutticolo (quartiere Novello) possa dare una prima risposta importante: «Oggi non si riescono a trovare case in affitto. Un problema anche per le aziende, che hanno personale pronto a trasferirsi in città per lavorare, ma che non trova alloggio. Al Novello, il cui cantiere ripartirà a breve dopo la pausa autunnale, ci saranno 200 appartamenti in affitto, non alloggi in vendita, disponibili nel primo semestre del 2025».

Mentre nel resto della Romagna dilagano nuove aree commerciali della grande distribuzione (l’ultima, inaugurata di recente, vicino al casello autostradale di Forlì), Cesena mantiene la decisione presa a suo tempo, quella di limitare gli insediamenti alle medie dimensioni: «Ci sono aree dove potrebbero insediarsi attività fino a 1500 metri quadrati: in viale Europa, nell’ex Sacim o al Novello. Tuttavia, l’andamento demografico è negativo per tutti, le città stanno tenendo sul fronte degli abitanti grazie all’immigrazione. Non vedo la necessità di nuovi grandi spazi commerciali». E se in centro ci sono vetrine commerciali che si spengono «bisogna rilevare il ritorno degli studi professionali nel cuore della città, dopo diverso tempo. Ci può essere spazio comunque per nuove tipologie di vetrine, negozi che magari si integrino con l’online. Senza dimenticare l’aumento vertiginoso dei pubblici esercizi, bar e ristoranti: pochissimi 20 anni fa e tantissimi ora». In merito alla leva fiscale sugli spazi commerciali, Lattuca ha detto di «non voler fare dumping fiscale. Il problema dei negozi non è l’Imu, che resterà ai livelli attuali».

L’intenzione dell’amministrazione è quella di continuare a investire sulla mobilità sostenibile: «La bicipolitana è un progetto importante e non concluso, un aiuto alla maggior parte degli spostamenti in città che avvengono in un raggio di tre chilometri. Siamo consapevoli che molti cesenati non possano fare a meno dell’auto: la superficie comunale di Cesena è di una volta e mezzo più grande di quella di Milano, ma con un quindicesimo degli abitanti. Le alternative all’auto si possono proporre solo nella parte più “densa” della città».

A livello di opere pubbliche l’infornata è imponente: «Dal completamento del campus universitario all’ex zuccherificio alle tante riqualificazioni di edifici scolastici, dall’edilizia sportiva al nuovo museo archeologico e nuova pinacoteca all’Oir, dalla nuova area stazione con lo spostamento degli autobus fino alla riqualificazione dell’ex Roverella in centro».

I cantieri per il nuovo ospedale dovrebbero partire nel 2025 e, a supporto, ci sarà una nuova viabilità con il collegamento dell’area di Villachiaviche alla nuova circonvallazione di Villa Calabra e Calabrina, variante alla Cervese dal valore di 12 milioni di euro. Resta l’incognita del lotto zero della Secante, dato che Anas non ha ancora firmato il contratto di programma con il ministero delle infrastrutture, un problema di livello nazionale. Il contratto precedente (2016-2020, firmato nel 2017) è scaduto da tempo e il nuovo latita.

«Eccezion fatta per l’ospedale – ha spiegato Lattuca – tra il 2026 e il 2027 ci saranno moltissime inaugurazioni di nuove opere pubbliche. Nel 2029, a fine decennio, Cesena sarà trasformata. Gli anni ’20 lasceranno il segno».