Cesena
Il sindaco Lattuca ripensa al lockdown e guarda al futuro
“Speravo, dopo i primi mesi di rodaggio dall’elezione a sindaco, di potermi dedicare in questo 2020 a progetti importanti per il futuro della città. Invece l’emergenza sanitaria ci ha messo di fronte a uno scenario nuovo e inaspettato. Ma sono orgoglioso di come la comunità cesenate, tutta, ha reagito di fronte all’emergenza”.
Enzo Lattuca è stato ospite ieri sera del Rotary Club e del Lions Club di Cesena (presieduti rispettivamente da Francesco Zanotti e Maurizia Boschetti) al ristorante Città del gusto della fiera cittadina.
Sollecitato dalle domande dei tanti soci presenti (quasi 120 in totale, oltre 90 i rotariani) il primo cittadino ha fatto un bilancio dell’impegnativa esperienza del lockdown , tracciando la rotta per il futuro: “È stata una situazione diversa e inaspettata. La scelta del nostro Paese, che condivido, è stata quella di dare importanza alla vita umana. Una scelta che ha avuto come faro l’umanesimo. Nessuno si salva da solo, come ribadito anche da papa Francesco nella recente enciclica Fratelli tutti. Persino dal punto di vista economico quella scelta ci sta ripagando, se pensiamo che andremo sì incontro a un grave calo del Pil, ma paesi come la Gran Bretagna, che avevano scelto approcci diversi, avranno cali ben superiori al nostro”.
Il ciclone Covid
Parole di ringraziamento sono state spese dal sindaco per medici, infermieri e personale Ausl: “Il sistema sanitario ha tenuto. E mi sento di dire che non può prescindere da una forte componente pubblica. Perché alcuni reparti, come le malattie infettive, sarebbero fallimentari nel privato. Le differenze le abbiamo viste, anche rispetto a regioni con sanità di eccellenza come la Lombardia. Ciò detto, c’è stata una collaborazione fondamentale, imprescindibile, della parte privata nell’aiutare la parte pubblica a fronteggiare l’epidemia”.
Non essere nell’occhio del ciclone ha permesso al territorio cesenate di organizzarsi con qualche settimana di anticipo. Anche se all’inizio le perplessità erano tante: “Il 23 febbraio la chiusura delle scuole, con zero casi nel nostro territorio, mi sembrava un provvedimento spropositato. E invece si è trattata di una scelta lungimirante”.
Sul tallone di Achille delle Rsa (il 60 per cento dei casi di Covid è stato rilevato in queste strutture) Lattuca ha le idee chiare per il futuro: “Quanto avvenuto ci convince che il modello residenziale dovrebbe essere residuale”. L’impegno dovrà essere rivolto dunque a un potenziamento dell’assistenza domiciliare affiancato da un ripensamento delle strutture.
“Quello che mi ha dato più forza, e aiutato, nel periodo del lockdown è stato trovare una città che ha rispettato le regole per dare valore alla salute e alla vita. Da noi non ci sono state sanzioni a imprese per violazione dei protocolli. Mentre abbondava la solidarietà. Tante volte ho dovuto ripetere in quei giorni “mi spiace, siamo a posto, non c’è bisogno di dare una mano”. La nostra è stata una comunità coesa anche nel momento più difficile”.
Per il primo cittadino anche il tessuto imprenditoriale locale ha retto meglio che altrove, sia per la propria solidità che per la vocazione in prevalenza agroalimentare.
Investimenti per il futuro
“Ora, di fronte a noi, abbiamo una stagione di investimenti: Recovery fund, Mes e programmazione del settennato di fondi europei. Dovremo impiegare questi fondi per aumentare le connessioni, con infrastrutture fisiche e digitali. Serve un piano imponente di infrastrutturazione digitale del territorio, digitalizzando tutto, dalla scuola ai processi produttivi. Bisognerà investire sull’automazione e sull’elettrificazione, intesa come autosufficienza a livello energetico e successivamente abbandono dei combustibili fossili e di tutto ciò che non è elettrico”.
Per Lattuca un elemento cardine nella crescita del territorio è la conoscenza: “Questo territorio ha eccellenti scuole. Dal nido di infanzia, importantissimo a livello formativo, fino all’università. Università che ha cambiato questa città, emancipandola da molti limiti, anche se ancora molto resta da fare. Bisognerà poi che il mondo produttivo investa sull’istituto Agrario e la sua importante azienda agricola”.
Piani per un futuro che, pandemia o meno, arriverà e dovrà trovarci preparati. Così come più preparato è ormai il sistema sanitario: “Siamo fiduciosi, pronti e attrezzati. L’aumento dei positivi ci mette di fronte a una situazione dura, ma non paragonabile a quella che abbiamo passato. La nostra priorità comunque dovrà essere la protezione degli anziani nelle Rsa: solo proteggendo i più deboli potremo avere riscontri anche a livello economico e sociale”.
Cosa ha fatto che non rifarebbe?, è stata un’altra delle domande. “La proposta Contagiamoci di cultura, a un paio di settimane (il 6 marzo, ndr) dall’inizio della pandemia – ha ammesso con candore il primo cittadino – con la quale invitavamo a visitare i nosri musei. Oggi dico che fu un errore e me ne assumo la responsabilità, visto che sono il sindaco”.
Ambiente
Al di là della situazione legata all’emergenza sanitaria, Lattuca ha risposto a domande sugli argomenti più disparati, dall’ambiente alla mobilità: “Abbiamo in progetto un bosco urbano, in un podere di proprietà comunale dietro la caserma dei vigili del fuoco. Forse poteremo qualche albero che copre la visuale della rocca nel parco della Rimembranza. E anche il tetto del nuovo ospedale sarà ricoperto di vegetazione”.
Nuovo ospedale
Il nuovo Bufalini, già finanziato interamente da Stato e Regione, sorgerà come noto in località Villachiaviche. Il sindaco ha detto di pensare a un ospedale a padiglioni “dato che gli ospedali a grattacielo non funzionano, pensiamo agli ascensori che non sono il massimo in tempo di pandemia e non solo”.
Il nosocomio inoltre dovrà essere il luogo di cura per i malati acuti: “Per tutto il resto, dai malati cronici ai malati di base, ci sono le cure a domicilio, negli ambulatori e nelle case della salute. In questi giorni al Bufalini si stanno sperimentando le dimissioni delle partorienti dimesse dopo 24 ore. Ma potrebbe diventare prassi. Rispetto all’ospedale la casa è più sicura per chi sta bene”.
Lattuca ha confermato anche come il Bufalini farà parte della rete di ospedali che accoglieranno gli studenti universitari dei nuovi corsi di Forlì e Ravenna: “Medicina è stata attivata in quelle città perché ci sono stati 20 milioni di euro stanziati dai privati. Ma io ho ribadito in tutte le sedi come la formazione in ospedale non possa prescindere dalla Ausl unica della Romagna e quindi da tutti gli ospedali principali, secondo le diverse competenze. Nel nuovo ospedale Bufalini ci saranno anche strutture di avanguardia, come sale operatorie robotizzate, e investimenti importanti che attireranno grandi professionalità da fuori territorio”.
Regioni vs. Stato
Sulla possibilità infine di ricentralizzare allo Stato alcune delle funzioni regionali, avanzata da alcuni presenti, Lattuca si è mostrato scettico: “All’uscita dei primi Dpcm mi resi conto che a Roma non sapevano cosa fossero i centri diurni per anziani, peculiarità di territori come il nostro. L’unitarietà va bene, ma la conoscenza del territorio e il principio di sussidiarietà è importante. Per questo sono scettico sulla ri-centralizzazione di funzioni allo Stato. I nostri servizi non sono paragonabili a quelli statali: basti pensare a come lavorano il nostro sportello Facile, o gli uffici Ausl e regionali, e come invece lavorano l’Agenzia delle Entrate o il tribunale. Non c’è paragone”.
Commercio e parcheggi
Sulle annose polemiche relative al commercio nel centro storico, Lattuca ha ribadito come questo mondo sia stato sconvolto dalle vendite online e come tutti debbano impegnarsi nel cercare nicchie di interesse per i consumatori: “Noi dobbiamo portare le persone in centro. Poi, una volta che sono lì, spetta ai commercianti fare entrare le persone a comprare. In ogni caso le auto dei non residenti devono avvicinarsi al centro senza entrare. Dal cantiere del Sacro cuore dovranno essere ricavati comunque 55 parcheggi pubblici. Mentre tra la stazione e il centro pensiamo ad un parcheggio Mattarella potenziato e innovato, con ricariche per auto elettriche, autosufficienza energetica, intermodalità”.
Ad ogni modo, per il sindaco, c’è chi sta ancora peggio dei commercianti: “I veri proletari oggi sono i giovani liberi professionisti. Tanti miei coetanei si cancellano dagli albi perché per loro è un salasso restare iscritti. E le condizioni di lavoro sono peggiori di chi sta in catena di montaggio”.
Cesena capitale italiana del libro
Lattuca ha anche preannunciato che verrà formalizzata mercoledì prossimo, alla Malatestiana, la candidatura, di cui si parla da tempo, di Cesena come capitale italiana del libro.
Al termine del fuoco di fila di domande, il sindaco è stato applaudito a lungo dai presenti. Con il rischio di una nuova emergenza sanitaria e tante questioni scottanti in ballo, però, Enzo Lattuca non potrà adagiarsi sugli allori. La poltrona di primo cittadino è scomoda e non dà requie.