Il vescovo al funerale di Gianni Tassinari: “Tutto ha un senso. Nel dolore si è vista una luce. Nella fragilità, una forza.”

C’è la chiesa gremita a Bagnarola, per il funerale di Gianni Tassinari. L’uomo di ormai 52 anni, era nato il 12 dicembre 1972, dal 10 settembre 1995 era in stato vegetativo persistente. La famiglia l’ha sempre tenuto e accudito a casa, anche con l’aiuto, negli anni di tutti gli altri familiari e degli amici, anche della locale comunità parrocchiale.

La sua morte è giunta dopo due giorni di ricovero (cfr notizia in “Leggi anche”). La Messa funebre viene celebrata dal vescovo di Cesena-Sarsina, monsignor Douglas Regattieri che ha conosciuto Gianni e l’amore con cui la sua famiglia l’ha sempre accompagnato nel tempo. Lo dice in avvio di celebrazione il presule: “Le nostre condoglianze alla famiglia e al babbo e alla mamma che lo hanno assistito con tanto amore in tutti questi anni. Un gesto di grande carità”.

Durante l’omelia il vescovo si commuove quando ricorda il sacrificio dei familiari per quanto accaduto a Gianni. “Circostanze come questa ci costringono a porci tante domande – dice monsignor Regattieri -. Perché? Perché l’incidente? Perché un tempo così lungo di attesa, di incertezza, di paura, anche. Perché?”.

I quesiti posti dal vescovo rimangono nell’aria e raggiungono l’animo dei tanti presenti in chiesa. “La Parola ci viene incontro – prosegue il presule – e ci dà una risposta. Coloro che confidano in Lui comprenderanno la verità. La risposta ai tanti perché viene dalla confidenza in Dio, cioè dalla fede in Lui. Anche se agli occhi del mondo tutto questo può apparire come un castigo, la speranza di chi confida in Lui è l’immortalità. La vita di Gianni può apparire una sciagura, ma per chi confida in Lui tutto ha un senso”.

Monsignor Regattieri richiama il brano di Vangelo appena letto, quello delle beatitudini. E sottolinea: “Beati quelli che sono nel pianto perché saranno consolati, abbiamo appena ascoltato. Possiamo dirlo, anche se appare un ossimoro agli occhi del mondo”. Per noi invece, “sono consolazione e speranza come preannuncio di una felicità piena che solo Lui conosce, nella quale Gianni è entrato finalmente, dopo tanto tempo”.

Può essere qui ciò che fa superare il dolore per i credenti? “Non appaia come una magra consolazione al nostro dolore – precisa il vescovo -. Si tratta di una scelta: quella di orientare la nostra esistenza, come hanno fatto i genitori di Gianni”. Poi il momento della commozione e della partecipazione che il vescovo vuole rendere pubblica. “Rendo lode a Dio in questa triste circostanza per l’immenso bene scaturito dall’esperienza di Gianni. Per il bene reso alla famiglia e all’intero vostro paese (di Bagnarola, ndr). Dio lo ha trovato degno di sé. Lo ha provato come oro nel crogiuolo. Nel dolore si è vista una luce. Nella fragilità, una forza. Come abbiamo ascoltato nel salmo, l’uomo è come l’erba, come un fiore di campo. Gianni aveva 20 anni… Se un vento lo investe…, ma l’amore del Signore è da sempre su quello che lo temono”.

Poi la chiusura, carica di speranza: “Chi confida in Lui si sente avvolto dal suo amore, anche nella tempesta”, come è capitato alla famiglia Tassinari. “Coloro che confidano in Lui – chiude il vescovo – comprenderanno la verità”. 

Al termine della Messa prende la parola il parroco, don Giovanni Barduzzi, a nome di tutta la comunità, rivolgendosi al padre di Gianni, Corrado, e a tutta la famiglia Tassinari. “In questi anni – dice il sacerdote – avete espresso una ragione di vita. E tutti noi ne abbiamo beneficiato. Siamo grati per la vostra testimonianza. Il bene alla fine risponde solo a una regola: quella dell’amore. Anche ora vi vogliamo accompagnare, come è successo in questi anni”. 

L’immagine di Gianni Tassinari riportata sul ricordino

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