Diocesi
Il vescovo don Pino: “Pace senza giustizia è peggio della guerra”
Il presule all'omelia della Messa per Ucraina e Terra Santa: "Non basta dire "non vogliamo la guerra" o "io sono pacifista". Bisogna essere operatori di pace nella quotidianità"

“La pace senza la giustizia è peggio della guerra”. Lo ha detto oggi il vescovo Antonio Giuseppe Caiazzo che ha presieduto la Messa per le vittime delle guerre che imperversano in Ucraina e in Terra Santa, come proposto dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee).
“Umanità che soffre”
In tanti, nel tardo pomeriggio di oggi, si sono ritrovati in Cattedrale a Cesena per pregare per la pace assieme al nuovo vescovo. Si tratta della sua seconda Messa in Cattedrale dopo quella di inizio ministero, domenica scorsa.
Nell’omelia, il presule ha commentato le letture del giorno: la vicenda di Giuseppe e i suoi fratelli, dal libro della Genesi, e la parabola dei vignaioli omicidi, dal Vangelo di Matteo. “Stiamo vivendo un tempo difficile – ha premesso il vescovo – in cui la paura e la tristezza si mescolano insieme e mostrano il volto di un’umanità che soffre e subisce ingiustizie e che ha bisogno di essere redenta”. Nella prima lettura, “questa umanità è rappresentata dai fratelli di Giuseppe, che vogliono ucciderlo e che viene salvato solo da un fratello, mentre tutti gli altri sono contro di lui”.

La vera pace
Per monsignor Caiazzo, “nel momento in cui l’uomo perde di vista che è creatura di Dio, perde il senso di appartenenza alla grande famiglia dell’umanità, si mette contro l’uomo e contro Dio stesso, si sente di essere padrone della storia e della vita degli altri”. Da qui la constatazione che l’assenza di pace “non è perché Dio non vuole la pace, ma perché l’uomo ha perso di vista Dio e lui stesso si fa Dio”. In merito ai “tentativi per arrivare a trattati di pace”, monsignor Caiazzo ha constatato che “la pace senza la giustizia è peggio della guerra“, citando don Tonino Bello.

“Il diavolo vuole la divisione”
“La divisione – ha rilevato monsignor Caiazzo – la vuole il demonio. D’altronde la parola diavolo significa colui che divide, che allontana da Dio e anche dai fratelli. Il demonio esiste: ogni volta che noi stessi diventiamo strumenti di divisione e assumiamo quell’atteggiamento di essere gli uni contro gli altri e facciamo i distinguo tra noi. Quando diciamo “io non sono come te”, stiamo creando guerra“. In realtà, “siamo persone che, in quanto figli di Dio, sentono il bisogno innato di amare ed essere amati, seminare pace e incontrarci, non costruire barriere e muri di divisione, ma ponti di fraternità, come quello creato da Giuda perché i fratelli non uccidessero Giuseppe”.

“Non pacifisti, ma operatori di pace”
“Nella vigna del Signore – il riferimento al brano evangelico – ci saranno sempre coloro che uccideranno e metteranno a morte i profeti, così come è stato messo a morte Gesù, ma quel sangue innocente che è stato versato ci interpella”. Da qui il ricordo del dialogo fra Dio e Caino nel capitolo 4 della Genesi: “Caino, dov’è tuo fratello?”. “Sono forse il guardiano di mio fratello?”. “Sì – ha constatato il presule -. Ognuno è custode della vita dell’altro, perché la vita di ogni uomo è preziosa agli occhi di Dio. Non basta dire “non vogliamo la guerra” o “io sono pacifista”. Bisogna essere operatori di pace. Questo significa agire concretamente. L’Eucarestia si celebra nella quotidianità della vita”, la constatazione.

“Riconoscere il fratello”
Infine un aneddoto: “Non so se succede anche a Cesena – ha detto il vescovo Antonio Giuseppe -. Dalle mie parti ci sono fratelli e sorelle che vanno a Messa e si mettono in posizioni diametralmente opposte e non si incontrano. Ricevono entrambi la comunione, ma non si parlano. Quale pace voglio per il mondo se non sono in pace con mio fratello di sangue? La pace si costruisce nel momento in cui deponi le armi dell’odio e, come Giuseppe nella Genesi, riconosci l’altro come tuo fratello, nonostante il male che ha potuto farti”.
All’altare della Madonna del Popolo
Al termine dell’Eucarestia, il presule, come domenica scorsa, ha sostato un momento in preghiera all’altare della Madonna del Popolo. Nel silenzio ha affidato alla Madre celeste i propositi di pace, pregando per l’umanità sofferente.
