Diocesi
Il vescovo Douglas: “Scuola, teatro di crescita civile e di cittadinanza”
Lunedì 16 settembre in Emilia-Romagna si apre il nuovo anno scolastico. Per l’occasione, il vescovo Douglas Regattieri ha scritto un suo messaggio. Di seguito il testo.
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Si apre un nuovo anno scolastico. Ragazzi, genitori e insegnanti sono tutti coinvolti a fare un’esperienza positiva che permetta a tutti di crescere: nelle conoscenze, nelle relazioni, nelle responsabilità. Compito della scuola è infatti quello di fornire gli strumenti necessari per crescere culturalmente, psicologicamente e socialmente, acquisire un certo grado di responsabilità e autonomia e formare alla cittadinanza e alla vita democratica. La scuola è prima di tutto studio, conoscenza, cultura, apprendimento dei saperi, ma è anche educazione, teatro di crescita civile e di cittadinanza. È luogo in cui nascono e crescono affetti, sentimenti, e si affermano le prime amicizie.
Oltre che nella famiglia, gli alunni possono (devono) trovare nella scuola insegnanti che siano punto di riferimento non solo per l’insegnamento ma anche come modelli di vita. Essi spesso chiedono agli insegnanti di accogliere interrogativi e dubbi che a volte, in famiglia, non possono o non riescono a porre. Come adulti competenti gli insegnanti sono in grado di affiancare la famiglia nel compito di crescita dei figli. Non si può pensare, infatti, che alla scuola spetti solo il compito di istruire, interpretato spesso come accumulo di nozioni, difficili da collocare nella vita; né si può pensare che l’istruzione da sé educhi. È ancora presente la tentazione della scuola di rifugiarsi nella trasmissione di contenuti culturali, che i ragazzi percepiscono come lontani dalla loro vita, dai loro interessi e dalle loro curiosità, inefficaci nel compito di aiutarli nella crescita, di aprire loro orizzonti di senso e speranza; di accontentarsi di una cultura libresca di presentare i contenuti delle diverse discipline uno accanto all’altro, senza lo sforzo di alcuna sintesi.
“Se rinuncia alla funzione educativa, la scuola viene meno al suo compito più importante, in cui non può essere sostituita né da internet, né dalla Tv, né dalle altre agenzie che danno ai ragazzi una quantità di informazioni più numerose di quelle che possono essere offerte dalla scuola. Penso che si possa dire che la scuola educa attraverso la cultura, mostrandone il carattere vitale e facendo assaporare ai più giovani la ricchezza che essa ha in ordine alla crescita dell’umanità di ciascuno. La cultura dà gli strumenti per capire la realtà e per interagire con essa; ma dà anche le chiavi per comprendere la propria umanità, nel suo senso e nei suoi valori; dà parole per narrare la propria vita, metterla in comunicazione con gli altri, renderla disponibile al confronto e quindi al suo affinamento e arricchimento” (Cfr httpss://alessandro-ricci.it/la-scuola-come-luogo-educativo/).
La comunità ecclesiale è attenta ai ragazzi che, negli anni della loro fanciullezza e adolescenza, vivono il tempo della scuola. La presenza degli insegnanti di religione cattolica ha anche questo significato: essere voce della comunità religiosa, perché la Chiesa ha a cuore la crescita integrale dei ragazzi. Il necessario rapporto con la comunità ecclesiale – da essi garantito – può favorire questa integrazione educativa volta a offrire al giovane un valido strumento per una scelta di fede autonoma, consapevole e libera.
A tutto il mondo della scuola, la mia benedizione e l’augurio di un sereno nuovo anno scolastico.
Douglas Regattieri, vescovo