Il vino buono dell’Emilia Romagna da bere

Una guida per intenditori ma anche no. Consigli per chi vuole bere bene, ma non sa dove o come cercare i vini buoni, per chi già li conosce e vuole saperne di più, una carta d’identità della qualità.

 

È la diciottesima “Emilia Romagna da bere e da mangiare 2022/23” (PrimaPagina editore), guida ai vini della regione, presentata stamane nella sede dell’Associazione italiana sommelier dal neo presidente Adolfo Treggiari, insieme al coordinatore Cristiano Morini, Anna Grossi del coordinamento e Angela Casadei, vicepresidente Ais (foto).

 

Uno strumento, spiega il presidente Treggiari, che vuole mettere in collegamento i produttori con i consumatori, tenendo presente che non c’è un vino buono o un vino cattivo, ma un vino che piace e uno che piace meno. La guida arriva in un momento particolare. La siccità ha anticipato la vendemmia di quest’anno e tante sono le domande che sorgono sul futuro, di fronte al quale – rassicura il presidente – i produttori stanno adottando, o potranno farlo al bisogno, alcune contromisure che nel tempo dovranno diventare l’ordinarietà. Laghetti artificiali per irrigazioni di soccorso, meno produzione per salvare la qualità, ricerca di terreni più alti, di collina, che favoriscono una maturazione più lunga, o scelta di cloni di piante a maturazione più tardiva.

 

Ma alla base l’obiettivo è lo stesso, mantenere e anzi alzare sempre più l’asticella della qualità. Se nella prima edizione della guida, 18 anni fa, Cesena non figurava tra i vini eccellenti, nell’edizione 2022 esibisce ben 13 titoli. Segno della molta strada percorsa nel frattempo dai produttori.

 

Tra le 245 cantine partecipanti alla selezione, per un migliaio di vini degustati alla cieca dalle commissioni Ais di Romagna ed Emilia, i vini giudicati “eccellenti” in Romagna sono 100, 10 nel riminese (2 oro), 13 nel cesenate, 43 nel forlivese (12 oro), 4 nel ravennate, 16 nel faentino (2 oro), 14 nell’Imolese (4 oro).

 

Un’eccellenza da promuovere, insiste Ais, specialmente nei ristoranti frequentati dai turisti che arrivano da noi e si aspettano di trovare i nostri vini, sottolinea Treggiari che annuncia anche l’idea di un breve corso di formazione per istruire i ristoratori e che si trova a contatto con il consumatore diretto del prodotto da mettere in tavola, per conoscerlo e farlo conoscere meglio.

 

La guida viaggerà nei prossimi giorni nelle località di mare e nelle città emiliane nel tour di Tramonto DiVino, il road show del gusto la cui prossima tappa è in programma a Cesenatico venerdì 29 luglio in piazza Spose dei Marinai in una serata con 300 vini in degustazione in piedi a banco d’assaggio.

 

 

Quello che emerge dalla nuova edizione della guida è la conferma di una Romagna terra rossista, che presta sempre più attenzione alle produzioni qualitative legate al territorio attraverso la valorizzazione delle sottozone. Contestualmente prosegue il trend di crescita dell’Albana al centro di una vera e propria rinascita nelle varie versioni tanto da mettere a segno un quarto delle eccellenze totalizzate. Sempre in tema di bianchi, in grande fermento anche la Rebola (4 eccellenze) protagonista di un progetto di valorizzazione da parte dei produttori nel riminese, così come Trebbiano, Famoso e Longanesi, che hanno ricevuto importanti riconoscimenti in vari territori. Da segnalare che nel nostro territorio sono 10,9 milioni le bottiglie prodotte di Romagna Sangiovese Doc in una superficie di oltre 6 mila ettari. L’Albana Docg ha toccato quota 915 mila bottiglie su una superficie di 818 ettari (fonte Consorzio Vini di Romagna).

 

“I vini presentati quest’anno nella guida Emilia Romagna da Bere e da Mangiare hanno confermato il trend degli ultimi anni – spiega Cristiano Morini, coordinatore Ais Romagna della guida – Ovvero un numero sempre maggiore di produttori che hanno affinato i loro metodi di produzione ricercando quella maggior leggerezza, raffinatezza e bevibilità sempre più desiderata dai consumatori che di anno in anno si dimostrano sempre più competenti, appassionati e di conseguenza giustamente esigenti. La superficie vitata è pressoché invariata, ma i cambiamenti climatici in atto hanno costretto i viticoltori romagnoli a ricercare più adatti sistemi di allevamento, affinare le potature secche e verdi e alleggerire le macerazioni, allo scopo di ottenere vini più fruibili e meno opulenti. Lo sforzo, l’impegno, la ricerca e determinazione hanno portato a un livello medio qualitativo significativamente superiore al passato; e sono queste le ragioni fondamentali del più elevato numero di eccellenze che ritroviamo in guida quest’anno”.

 

Dopo Cesenatico, Tramonto Divino proseguirà a Forlimpopoli dove si festeggia il compleanno di Pellegrino Artusi (4 agosto), a Modena (1 settembre), Ferrara (7 settembre), Fontanellato (9 settembre) e Piacenza (23 settembre).

 

La guida viene consegnata ai partecipanti delle tappe di Tramonto DiVino.

 

Presto sarà disponibile nelle librerie dell’Emilia Romagna (costo 15 euro), quindi on line nel sito httpss://shop.emiliaromagnavini.it/