Dall'Italia
In arrivo 200 nuovi defibrillatori in Romagna. Si punta ad estendere l’uso della App per rendere più capillare il sistema di soccorso
L'obiettivo è anche incrementare l'utilizzo di APPDae regionale Emilia-Romagna, per coinvolgere i cittadini nel soccorso: già 15mila iscritti ma si punta ad un sensibile incremento
La Romagna si dota di 200 nuovi defibrillatori semiautomatici, grazie a un finanziamento regionale. Un progetto che mira a salvare vite puntando su tecnologie innovative e il coinvolgimento diretto dei cittadini.
La necessità di una rete più forte
“Le malattie cardiovascolari continuano a essere in Italia una delle cause principali o di morte o di anni vissuti con disabilità”. La chiosa di Tiziano Carradori, direttore generale di Ausl Romagna, introduce una riflessione sulla necessità di un utilizzo più ampio e di una diffusione più capillare del defibrillatore per intervenire sull’arresto cardiaco. In una conferenza stampa tenutasi questa mattina nella direzione generale di Ausl Romagna a Ravenna è stata annunciata l’implementazione, grazie a un finanziamento regionale di 382 milioni, parte del milione e mezzo assegnato ai territori, di ulteriori 200 defibrillatori semi-automatici su tutto il territorio romagnolo che andranno ad aggiungersi ai circa 1200 già censiti, che sono sia fissi, cioè collocati in luoghi pubblici, sia mobili, cioè in dotazione ai mezzi delle Forze dell’ordine: Polizia locale, Vigili del Fuoco, Carabinieri e Polizia.
Un progetto che coinvolge i cittadini
Obiettivo del sistema 118 è quello di unire la rete dei mezzi di soccorso alla rete dei primi soccorritori – li chiama “soccorritori laici” Maurizio Menarini, direttore della centrale operativa 118 Romagna – che, sotto la guida dell’infermiere della centrale operativa, intervengono immediatamente. Il legame è reso possibile attraverso l’allertamento con un App, APPDae regionale Emilia-Romagna, che consente a coloro che hanno dato disponibilità di essere avvisati di un probabile arresto cardiaco nelle loro vicinanze e, dopo aver accettato, “intervengono con quelle manovre di soccorso iniziale – ha spiegato Menarini – che possono essere il massaggio cardiaco o l’impiego di un defibrillatore e nel frattempo essere guidato dalla centrale operativa, con una videochiamata, per migliorare l’efficacia dell’intervento in attesa dell’arrivo del mezzo di soccorso. A volte arriva prima il laico a volte il mezzo di soccorso ma avere due possibilità di risposta ad un evento critico sicuramente migliora il tempo di intervento che poi è quello che fa la differenza”.
Salvare vite in pochi minuti
A questa app sono iscritte già circa 15mila persone, ma l’auspicio di Ausl Romagna e cemtrale operativa 118 è di vedere crescere il numero. “Idealmente tutti coloro che sono in grado di utilizzare il defibrillatore dovrebbero iscriversi a questa app – sottolinea Menarini – e sicuramente ci piacerebbe che tutti i sanitari la scaricassero e dessero la loro disponibilità. E un obiettivo di civiltà ma anche di cultura del soccorso. Parliamo di pochi minuti. Il recente caso del calciatore Bove è un esempio concreto di come il tempo del soccorso fa veramente la differenza Questo credo che sia un ulteriore potenziamento di una rete che già funziona e che noi speriamo contribuisca a salvare ancora più persone”.