Diocesi
In ricordo di Suor Maria Francesca Teresa dell’Incarnazione
Lutto nel monastero delle suore Clarisse cappuccine di Cesena. A 97 anni è tornata alla Casa del Padre suor Maria Francesca, originaria del Molise ma residente a Cesena dal 1945. I funerali della religiosa, morta martedì sera per le complicazioni di una bronchite, si sono tenuti questa mattina.
Pubblichiamo di seguito il ricordo di Madre Maria Pia e delle altre sorelle Clarisse Cappuccine.
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“Suor Maria Francesca, nata il 20 luglio 1920 nella sua amata Trivento (Campobasso), è cresciuta in una famiglia di solide radici cristiane. Al Battesimo è stata chiamata Giulia in ricordo del babbo Giulio, morto prima che lei venisse alla luce. La mamma Teresa, donna di grande fede e spirito di sacrificio, le ha comunicato i valori più autentici della vita e l’amore alla preghiera. Nel 1939, dopo essersi consigliata con il suo parroco, accolse la chiamata a seguire Gesù: partì da sola per Firenze, dove fu accolta nelle suore di san Giuseppe dell’Apparizione, che si dedicavano ai poveri. Qui emise i voti temporanei. Ma nel suo cuore sentiva il desiderio di abbracciare una vita di preghiera e nascondimento, nel silenzio della clausura. Nell’agosto del 1945 decise di abbracciare la vita contemplativa: con un viaggio avventuroso su un camion di partigiani, arrivò nella notte a Cesena, nel nostro Monastero, ancora ubicato in corso Comandini. Il 25 marzo 1946 vestì l’abito francescano prendendo il nome di suor M. Francesca Teresa dell’Incarnazione. Il 24 aprile 1947 emise i voti temporanei e il 26 aprile dell’Anno Santo 1950 quelli perpetui.
Suor M. Francesca si sentiva chiamata a pregare in modo particolare per i sacerdoti, per i quali il 10 dicembre 1973 si era offerta per la loro perseveranza e santificazione. Amava di amore particolare il Papa: questa intenzione di preghiera era sempre nel suo cuore e sulle sue labbra, soprattutto nei momenti di sofferenza. Nel suo cuore viveva una maternità spirituale particolare per i sacerdoti missionari: quando ancora camminava, anche se con grande fatica, ad ogni piccolo passo si rivolgeva a Gesù, dicendo: “Gesù, dà forza ai missionari!” Amante di Gesù Eucaristia, trascorreva molto tempo in adorazione del Santissimo Sacramento, soprattutto di notte.
In occasione della visita a Cesena del papa san Giovanni Paolo II, per lei era stato motivo di grande gioia poter ricamare la casula, il camice, la mitria e il servizio dell’altare: il santo Padre ne fu contentissimo!
Nel novembre 2011 la sua salute non le ha più permesso di camminare. In questi sei anni ha vissuto la sua infermità con molta pace e serenità, sempre con il sorriso sul volto. Il suo fiat, notte e giorno, era sostenuto da una fede salda e da un profondo spirito di offerta e di preghiera per ogni anima del mondo, preoccupata che nessuno venisse escluso dal suo ricordo. Spesso ripeteva: “Quando sarò in Cielo, non avvenga che qualcuno mi dica che non ho pregato per lui”. Così affidava alla Vergine Madre, che venerava in particolare come Regina del santo Rosario di Pompei, tutte le anime. Così, con cuore davvero infiammato d’amore per Dio, ha vissuto questi sei anni di immobilità, consumando la sua offerta dal suo letto, trasformato in altare, unita a Gesù Eucaristia.
Il 15 ottobre scorso ha ricevuto per l’ultima volta la comunione eucaristica. Una grave bronchite e il cuore ormai affaticato hanno portato al ricovero urgente domenica 22 ottobre, Giornata Missionaria Mondiale, proprio nella memoria del suo amato papa san Giovanni Paolo II. Lunedì, ancora lucida e sorridente, ha ricevuto il conforto dei sacramenti e, sempre circondata notte e giorno dall’affettuosa assistenza di noi sorelle, ha vissuto serenamente le sue ultime ore, tanto che il suo sorriso sembrava presagire ad un possibile miglioramento. Alle ore 20 di martedì l’improvviso peggioramento: accompagnata dalla preghiera di due sorelle, ha seguito con il cuore ancora vigile la rinnovazione dei voti e del suo atto di offerta per i sacerdoti.
A tutti ha insegnato la confidenza, l’abbandono nelle mani del Padre, l’amore. La sua ultima parola è stata “Mamma!” in un atto di affidamento pronunciato con tutte le forze.
Ringraziamo la santissima Trinità per il dono che è stata per noi e per le tante persone che l’hanno conosciuta”.