In uscita il nuovo libro di Caterina Boschetti “Il dipinto del Reich”

Un romanzo-inchiesta getta una luce nuova sulla Shoah, il genocidio del popolo ebraico, legandola a doppio filo alle razzie d’arte operate dai nazisti in Europa. Il volume in uscita il 25 gennaio, a due giorni dalla Giornata della Memoria, è opera della scrittrice e giornalista cesenate Caterina Boschetti.

Quanto c’è di vero e quanto di romanzato in questo volume? “Praticamente ogni cosa è vera – assicura l’autrice – la parte storica è accurata, frutto di lunghe ricerche e viaggi in Europa nel corso di un decennio. La parte romanzata è solo un filo narrativo, pensato per tenere insieme il tutto”.

Nel libro “Il dipinto del Reich” (Sea edizioni) Boschetti narra la vicenda del “Ritratto di giovane uomo” di Raffaello, opera rubata a Cracovia nel 1945 dal gerarca nazista Hans Frank e mai più ritrovata. Il quadro, ritenuto il più prezioso oggetto saccheggiato durante la Seconda guerra mondiale, è preso a simbolo della strategia nazista: privare milioni di uomini e donne della cultura, chiudendo scuole, università, teatri, e depredando musei, chiese e collezioni private.

Nel volume l’autrice intervista studiosi, docenti universitari e direttori di museo, ripercorrendo la vicenda del Raffaello, che fu trafugato insieme alla Dama con l’Ermellino di Leonardo da Vinci e a Paesaggio con buon Samaritano di Rembrandt. Ma, a differenza di questi due, del primo si sono perse le tracce. Tra gli intervistati figura anche Giorgio Galli, stimato storico contemporaneo ed esperto di nazismo esoterico, morto il mese scorso all’età di 92 anni.

Avvalendosi di documenti inediti relativi ad altre opere d’arte rubate, Caterina Boschetti allarga lo sguardo analizzando le tappe di quella che fu la Soluzione finale, ossia lo sterminio degli ebrei, dando voce a vittime e carnefici. L’inchiesta si snoda tra Polonia e Italia, avvalendosi di interviste esclusive a chi salvò gli ebrei durante la Guerra, nascondendoli e proteggendoli, fino a ottenere da Israele l’onorificenza di Giusto tra le Nazioni.

“Questa indagine ha attraversato più di dieci anni della mia vita – spiega l’autrice – e mi ha permesso, nei miei tre viaggi a Cracovia, di raccontare vite e storie incredibili. Mi riferisco in particolare a Janusz Walek, direttore del Museo Kzartoryski di Cracovia, il più grande esperto di Raffaello al mondo, o a Monika Bednarek, direttrice del museo della Fabbrica di Oskar Shindler. O, ancora, Eva Mozes, una delle poche gemelle sopravvissute agli esperimenti di Mengele ad Aushwitz e oggi direttrice del Candles Holocaust Museum in America. Quando mi imbattei in questa vicenda ero appena stata minacciata di morte per i miei libri e mi sono ritrovata a fare i conti con la paura di morire che ebbero milioni di persone durante la Guerra. Questo mi fece riflettere su come dobbiamo sempre avere il coraggio di vivere, senza cedere alla crudeltà dell’essere umano”. 

Caterina Boschetti, classe ’77, da qualche anno si è trasferita in Portogallo. È una scrittrice eclettica, conosciuta per una produzione letteraria che spazia dalle fiabe per bambini (a partire dai cinque volumi di “Giardini incantati”) fino a inchieste importanti, realizzate in collaborazione con Polizia di Stato e Interpol, come “Il libro nero delle sette in Italia” (che le costò diverse minacce di morte) e “Il libro nero dei bambini scomparsi”.

MiB