Cesena
In zona Osservanza riaffiora la storia antica
Metti un venerdì di agosto alla scoperta di un passato remoto. Ieri nel tardo pomeriggio oltre 150 persone hanno partecipato alla visita promossa dalla Soprintendenza archeologica di Forlì-Cesena e Rimini, in collaborazione con il Comune di Cesena, a conclusione dello scavo archeologico accanto all’ex complesso conventuale dell’Osservanza iniziato la scorsa primavera. Il luogo è quello dove sorgerà il nuovo polo scolastico finanziato con i fondi Pnrr, da completarsi entro dicembre 2025. Nell’area sono state rinvenuti reperti che gli esperti hanno definito sorprendenti: l’elemento più antico è una capanna preistorica a uso abitativo (4mila anni fa), due sepolture di epoca protostorica con tanto di scheletri e un grande edificio spogliato deltardo-medievale (6 secolo d. C.).
“Ci aspettavamo di trovare delle sepolture di monaci o pertinenze del convento originario del 1500 — spiega Romina Pirraglia, funzionaria archeologa della Soprintendenza, che ha curato l’iniziativa —. Durante le prime indagini archeologiche sono emersi rinvenimenti che vanno dall’epoca romana a quella contemporanea, a cui sono seguiti approfondimenti che hanno evidenziato 139 evidenze a partire dall’età preistorica”.
L’iniziativa si intitolava ‘Cerchi nei campi’, circonferenze del terreno di cui gli archeologi della ditta Akanthos Srl, che si è occupata degli scavi statigrafici, hanno svelato i segreti o almeno quanto scoperto finora, in attesa di studi e analisi specifiche. “I tumuli funerari sono strutture in terra usate per la sepoltura di personaggi che rivestivano un ruolo importante nella scala sociale dell’epoca. In quello collocato a sud abbiamo trovato due scheletri, forse di un uomo e una donna, che saranno sottoposti a esame del dna e del carbonio 14”, dice Lorenzo Urbini. Rimane invece solo qualche sasso dell’edificio di epoca tardo-medievale, di cui è stato rinvenuto il perimetro. Qui spicca in particolare una gigantesca ghiacciaia profonda molti metri che gli archeologi hanno scavato completamente a mano, sotto il caldo tra fine giugno e inizio luglio. “Si tratta di un edificio dalla forte vocazione produttiva, confermata dalla presenza di numerose fosse di grano, se saranno confermate dalle analisi dei pollini”, prosegue Urbini.
Durante la visita è stata esposta anche una selezione dei numerosi reperti raccolti e in fase di studio, tra cui anfore, lucerne, vasi, illustrati da Michelangelo Monti di Akanthos, che ha sottolineato la “rarità di trovare rinvenimenti dell’epoca tardo-medievale”.
Un tesoro che non rimarrà ancora per molto esposto alla luce del sole, ma che tornerà presto sotto terra per permettere la prosecuzione dei lavori. Ma gli scavi, assicura Romina Pirraglia, proseguiranno anche nell’altro lato dell’area, dove le indagini iniziali non avevano dato esiti significativi. “Cesena ci riserva sempre tante soddisfazioni non solo dal punto di vista dei ritrovamenti, ma anche dal successo di iniziative di questo tipo, volte a divulgare il patrimonio culturale che appartiene a tutti”, ha commentato la funzionaria della Soprintendenza.