Inaugurato il Centro internazionale per la pace nella casa di monsignor Sambi

A Sogliano al Rubicone fa caldo, oggi pomeriggio. Ci sono 30 gradi e un vento che solo a tratti rinfresca, dopo la bufera di pioggia e di vento di questa mattina. Ma lo stesso c’è tanta gente all’inaugurazione ufficiale del Centro internazionale per la pace ricavato nella casa che fu di monsignor Pietro Sambi, arcivescovo e nunzio apostolico prima in Israele e Palestina e poi negli Usa che si è tenuto poco dopo le 17.

Ora è in corso la celebrazione della Messa nella chiesa parrocchiale. Il sindaco Quintino Sabattini, visibilmente emozionato, come lui stesso ammette, ringrazia per il traguardo raggiunto, a dieci anni dalla morte dell’arcivescovo diplomatico che nel territorio di Sogliano al Rubicone ha le sue origini e paese nel quale ogni anno tornava per andare alle origini della sua fede e della sua persona, come lui tante volte ha raccontato anche al Corriere Cesenate.

“Questo sarà un punto di riferimento per chi vorrà occuparsi di pace – aggiunge il primo cittadino -. Un modo per ricordare anche monsignor Sambi che sempre ci invitava a cercare e praticare la pace. Sappiamo tutti quanti come sia rimasto inascoltato l’appello di Giovanni Paolo II “mai più la guerra”. Noi siamo chiamati a lavorare per la pace”.

“È un’emozione forte per me – annota padre Faltas quando prende la parola – entrare in questa casa, dove tante volte sono venuto, e non trovare monsignor Sambi che qui mi ha dispensato tanti consigli. Tutta la sua esistenza è stata dedicata alla pace. A rimane, dopo averlo conosciuto e apprezzato, rimane il dovere di lavorare per la pace”.

Il vescovo di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, monsignor Giovanni Tani, originario di Sogliano al Rubicone, mette in evidenza la grande attività di monsignor Sambi che lui chiama in confidenza don Pietro. “Con questa nuova casa – dice il presule – si perpetua la sua presenza nel mondo”. 

La sorella del nunzio, Angela Sambi (foto qui sotto), ringrazia tutti i presenti e fa presente che “quest’opera mantiene vivo il suo ricordo. Lui ci rammentava sempre di fare della conoscenza uno strumento di pace, come potrà accadere con questo luogo”.

Il parroco don Eugenio Facondini benedice i locali e i presenti (foto sotto), prima della visita da parte degli intervenuti, tra i quali monsignor Giovanni Tonucci, vescovo emerito di Loreto.