Inaugurato il Crocifisso di Massa

La piccolissima comunità di Massa si è ritrovata, domenica 28 giugno, per festeggiare il patrono San Giovanni Battista.

Una comunità che vanta una storia millenaria, ma che oggi ha subìto un forte spopolamento. È stata una delle parrocchie della Diocesi di Sarsina a perdere per prima il parroco residente (1951). Sono rimaste pochissime le famiglie locali, e purtroppo le nuove venute da fuori non si sono mostrate interessate alla vita parrocchiale, ora spostata totalmente a Quarto. Massa dal 2009 non ha più la messa domenicale e ora vi si celebra una volta all’anno, per la festa del patrono San Giovanni Battista.

Quest’anno la festa pur in forma ridotta e senza la parte esterna, è stata rallegrata dalla presentazione del restauro del Crocifisso di Massa (vedi fotografia). Tale opera, che nelle schede redatte dai censimenti esistenti era descritta come opera del 1800 e in carta pesta, si è rilevata essere molto più antica, e costruita interamente in legno. La Croce misura cm. 200 x 80 e il Cristo cm 74 x 63; è opera di autore ignoto umbro.

Il Corpo, di formato medio e statura esile, è stato intagliato in legno di tiglio con la tecnica a tronco pieno, senza ricorrere al metodo di assemblaggio in seguito usato per raggiungere maggiori spessori, questa tecnica viene usata solo dopo il 1470 per cui il nostro Crocifisso è stato realizzato prima del 1470. Le braccia sono innestate mediante perni lignei e i capelli sono finemente intagliati. Il legno scolpito è stato ricoperto di uno strato di gesso e colla sul quale sono stati applicati i colori, a tempera per quanto riguarda la pelle del corpo e i capelli, con foglia d’argento in due colori ottenuti cambiando il colore del bolo, da giallo a nero, per quanto riguarda il perizoma. C’è anche una aureola particolare in legno di tiglio, formata da otto raggi. La croce è in legno di quercia con sottofondo bianco a gesso e colla, decorato con tempera nera e foglia d’argento meccato. Al centro si trova una bellissima raggera in legno di tiglio dorato, che impreziosisce alquanto il tutto. Sopra si trova anche il cartiglio intagliato in legno di tiglio, decorato a tempera bianca e mecca.

Era pessimo lo stato di conservazione prima del restauro, in quanto oltre due secoli fa il corpo e la croce erano stati ridipinti con colori ad olio, ed era stata applicata porporina sulle parti ad olio. Al corpo è successa una cosa particolare: data l’umidità, la ridipintura si stava distaccando e permetteva di vedere l’originale colore quattrocentesco. Questo originale colore era stato protetto dal sudiciume provocato dal fumo delle candele e ha fatto come da isolante tra il colore originale e il colore applicato sopra, che è stato rimosso come rimosso è stato il sudiciume che avvolgeva l’originale dipintura. Il Corpo era percorso da numerose gallerie provocate da tarli, mentre nella croce non vi erano. Sono state tolte tutte le ridipinture, riscoprendo i colori originali e sanando le parti lacunose.

La ricostruzione cromatica è stata eseguita con colori ad acquerello, foglia d’argento e vernice mecca.

L’opera, visto che la chiesa di Massa viene aperta solamente una volta l’anno, per motivi di sicurezza verrà portata al Museo Diocesano di Sarsina. Il Crocifisso fino al 2008 si portava in processione, come da antichissima tradizione, per la festa dell’Ascensione e venivano benedetti i quattro punti cardinali recitando le formule tradizionali. È simpatico il racconto dei parrocchiani, che narrano che uno di loro si lamentò fortemente, in diretta, con don Renato Castellani, perché recitava la formula “A fulgure e tempestate” ogni anno in direzione della casa sua. E don Renato, pittoresco com’era, ricominciò da capo le litanie ruotando di 45 gradi la direzione.