Incontro abusi in Vaticano: monsignor Scicluna, “uno sportello di ascolto in ogni diocesi”

Uno “sportello di ascolto” in ogni diocesi, per permettere alle vittime di procedere alla denuncia. A proporlo è stato monsignor Charles Scicluna, arcivescovo di Malta e segretario aggiunto della Congregazione per la dottrina della fede, nel terzo briefing dell’incontro in Vaticano su “La protezione dei minori della Chiesa”.

“È bene che ogni Conferenza episcopale – ha spiegato il vescovo rispondendo alle domande dei giornalisti – offra un servizio di ascolto delle vittime, formato da esperti che godano della fiducia della gente, dove le persone possano fare una denuncia, o condividere una storia pesante che ha bisogno di venire alla luce ed essere condivisa”. All’interno dell’iter dei processi canonici, ha fatto notare inoltre Scicluna, “non c’è un meccanismo d’informazione per le vittime sull’esito dei processi stessi: manca questo tipo di comunicazione”. “Le Conferenze episcopali – ha raccomandato padre Federico Lombardi, moderatore dell’incontro – devono avere delle linee guida, che devono essere pubbliche e reperibili sui rispettivi siti, dove si deve indicare chiaramente che deve esserci un servizio di ascolto, e a chi e dove si devono segnalare i casi”.

“Finora – ha testimoniato Lombardi – ho visto una struttura ben delineata solo nelle diocesi di Bolzano e Bergamo. La Cei ha appena inaugurato un Servizio nazionale per la tutela dei minori: è bene che sia riconoscibile ovunque. Lo sportello è un punto di partenza fondamentale per la procedura”. Nei punti affidati alla riflessione dei partecipanti al summit sugli abusi, al n. 21 viene sollecitata la costituzione di “un organismo di facile accesso per le vittime che vogliono denunciare eventuali delitti”.

“Molto spesso le vittime sono lasciate sole”, la denuncia del cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, presidente della Conferenza episcopale tedesca e coordinatore della Commissione per l’Eeconomia, che ha fatto notare come i punti di riflessione “non sono indicazioni formali”.