La morte di Gigi Riva. Il ricordo di “Rombo di tuono”

Lunedì scorso ci ha lasciato a Cagliari, all’età di 79 anni in seguito a un infarto, uno dei più grandi campioni della storia del calcio italiano, Luigi “Gigi” Riva. Nacque a Leggiuno, in provincia di Varese, il 7 novembre 1944 e incominciò a giocare nel calcio professionistico tra le fila del Legnano dove, nella stagione 1962-1963, realizzò sei gol in 23 partite in serie C. Venne notato da alcuni dirigenti del Cagliari, club allora in serie B, che lo ingaggiarono nel 1963, nonostante il Bologna si fosse pesantemente inserito nella trattativa offrendo 50 milioni di lire. Quell’intuizione dei dirigenti isolani si rivelò geniale e tra Riva e il Cagliari nacque una bellissima storia sportiva e umana. Il primo gol con i rossoblù lo realizzò in serie B il 15 settembre 1963 in Prato-Cagliari 1-2, mentre la prima rete sempre col Cagliari ma in serie A in Cagliari-Sampdoria 1-1 del 27 settembre 1964.

Riva giocherà nel Cagliari tutta la sua carriera, dal 1963 al 1977, segnando 208 reti in 378 match tra tutte le competizioni. Con i sardi Gigi Riva si tolse anche la soddisfazione di diventare capocannoniere del campionato per tre volte: nel 1966-1967 con 18 gol, nel 1968-1969 con 20 gol e nel 1969-1970 con 21 gol. Fu anche per tre stagioni capocannoniere della Coppa Italia: nel 1964-1965 con tre reti, nel 1968-1969 con nove reti e nel 1972-1973 con otto reti.

Ma la grande impresa che ha visto Riva essere decisivo è stata sicuramente la conquista dello scudetto da parte del Cagliari nella stagione 1969-1970. Con questo titolo il Cagliari è diventato la prima squadra del Mezzogiorno a vincere il campionato, seguito dai tre scudetti del Napoli. Sarà l’unico tricolore dei sardi. A permeare la figura di Riva di un alone di leggenda ci ha pensato il grande giornalista Gianni Brera, che coniò per lui l’iconico soprannome di “Rombo di tuono” per via del suo sinistro potentissimo.

Il legame tra il campione e la Sardegna è stato talmente speciale che ha resistito alle sirene di mercato delle tre grandi squadre del calcio italiano, che volevano Riva a tutti i costi. In modo particolare la Juventus arrivò ad offrire nel 1967 al Cagliari, in cambio di Riva, un miliardo di lire. Ma “Rombo di tuono” rifiutò il trasferimento alla Vecchia Signora perché non voleva tradire la sua Cagliari.

Riva è un mito anche per la Nazionale italiana, con la quale ha segnato 35 gol in 42 partite, diventando e rimanendo ancora oggi il bomber più prolifico tra gli azzurri. Con l’Italia vinse un Europeo nel 1968, segnando anche il primo gol nel replay della finale Italia-Iugoslavia 2-0 del 10 giugno 1968. Arrivò anche secondo ai Mondiali del 1970, partecipando all’epica semifinale Italia-Germania Ovest 4-3 dopo i tempi supplementari del 17 giugno 1970 segnando il terzo gol azzurro durante gli “over time” più famosi del calcio.

In azzurro detiene anche il record del maggior numero di marcature segnate in una partita assieme a Carlo Biagi, Francesco Pernigo, Omar Sivori, Alberto Orlando e Roberto Bettega. Riva segnò quattro gol in Italia-Lussemburgo 5-0 del 31 marzo 1973, incontro valido per le qualificazioni ai Mondiali del 1974. Figurò quattro volte nella classifica finale del Pallone d’oro, arrivando secondo nel 1969 per quattro punti di svantaggio su Gianni Rivera e terzo nel 1970 per 12 punti di svantaggio su Gerd Muller e quattro su Bobby Moore.

Finita la carriera da calciatore, rimase a vivere a Cagliari e il suo carisma lo portò a ricoprire varie cariche. Tra esse quelle di presidente onorario del Cagliari dal 2019 alla sua scomparsa e team manager dell’Italia dal 1990 al 2013, partecipando al trionfo azzurro ai Mondiali del 2006. Chiudo citando il titolo di un documentario che il regista Riccardo Milani ha voluto dedicare a Gigi Riva nel 2022: “Nel nostro cielo un rombo di tuono”.   

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