Cesena
La presidente nazionale Agesc al Sacro Cuore: “Più adesioni per contare di più. I genitori possono giocare il loro ruolo”
“La scuola è una comunità educante composta da tanti”. L’ha detto questa mattina la presidente nazionale dell’Agesc, l’associazione genitori scuole cattoliche, Catia Zambon, in visita alle scuole del Sacro cuore, in via don Minzoni. E in questa comunità, i genitori hanno un ruolo da giocare, che “non è quello di fare da sindacalisti ai loro figli”, ha precisato la Zambon che ha incontrato i vertici dell’istituto e una buona rappresentanza di genitori.
“Visto che siete così tanti – ha proseguito la presidente – significa che qua c’è senso di appartenenza”. L’Agesc opera in Italia dai primi anni ’70. Oggi, in particolare, si occupa di ricostruire una rete familiare”, anche nei casi in cui le famiglie sono costrette a vivere fuori dal proprio territorio d’origine. “A sostegno dei genitori”, in un momento difficile e di società liquida, e per “completare il progetto formativo della scuola”. Non per sostituirsi a nessuno, ha ribadito la Zambon, ma perché se si fa un cammino, “si fa insieme, riconoscendo il ruolo degli insegnati, dei dirigenti, di tutto il personale”.
Cosa differenzia l’Agesc dai comitati genitori, è stato chiesto. “Siamo presenti su tutti i tavoli istituzionali del ministero – ha risposto la presidente -. Noi abbiamo soci veri che vivono la scuola e noi tutti ci impegniamo per puro spirito di servizio. A parte due segretarie che operano nel nostro ufficio di Roma, assunte part time, tutti gli altri siamo volontari veri. Siamo anche presenti nella Commissione cultura di Camera e Senato. Poi nella Commissione Cei della scuola”.
Sulla parità sancita con la legge 62 del 2000, ancora non si è raggiunta in maniera effettiva “per questioni ideologiche – ha precisato la Zambon -. Gran parte delle scuole dell’infanzia nel nostro Paese sono paritarie, un servizio sussidiario nei confronti dello Stato. Nel resto d’Europa, la disparità è stata superata già da almeno 30-40 anni”.
L’attuale governo sembra più attento alle richieste delle paritarie, ha detto ancora la presidente nazionale. Il contributo ordinario dovrebbe aumentare con il prossimo anno scolastico. “Il contributo per gli insegnanti di sostegno è passato da 70 milioni a oltre 100. Le promesse sono più evidenti. Con il ministro Valditara sono stati compiuti passi avanti. Consideriamo positivi anche i provvedimenti per l’abilitazione degli insegnanti”.
Ancora sull’effettiva parità, la Zambon ha chiarito che il riferimento nella costituzione non va cercato nell’articolo 33, ma nell’articolo 3, quando si parla del ruolo delle famiglie nell’educazione dei figli. “Non è possibile che ci sia un monopolio educativo in capo allo Stato. Alle famiglie va data la possibilità di scegliere, altrimenti il rischio è quello dell’indottrinamento, a partire dagli asili nido”.
In vista della prossima legge finanziaria, l’Agesc ha domandato un contributo minimo per studente da erogare alle famiglie di mille euro e la stabilizzazione del contributo alle scuole, con la richiesta del raddoppio.
Sulla presenza dell’associazione genitori e sul suo peso politico, la Zambon, e con lei il segretario nazionale Giuliano Santin (erano presenti anche il presidente regionale Paolo Dell’Aquila e quello provinciale, Luisa Corazza), ha precisato che il numero delle tessere ha un suo peso specifico, come accade in Veneto dove c’è un buono scuola da 15000 euro per l’insegnante di sostegno, mentre in Lombardia e di 1500 euro. Anche il numero delle tessere Agesc è diverso, nelle due regioni: 12000 in Veneto, mille in Lombardia.
Per concludere, la Zambon ha ribadito che il genitore che aderisce all’Agesc è colui che “ascolta, si mette a disposizione e riconosce l’importanza del ruolo di ciascuno. Da parte sua, all’ente gestore è chiesto di creare le condizioni per fare lavorare e rappresentare al meglio i genitori”.