Cesena
Ragionare a lungo termine per sopravvivere al Cambiamento climatico
"Dare robustezza al territorio...i margini ci sono"

Sabato 15 marzo secondo appuntamento del seminario “Clima, territorio, emergenze: capire per agire insieme”. Sottolineata la necessità di una diversa gestione dei fiumi, con tracimazione controllata, argini sicuri e interventi sostenibili, per affrontare il cambiamento climatico e prevenire nuove catastrofi.
Ragionare a lungo termine
Non possiamo fermare dall’oggi al domani la crisi climatica in atto. “Dobbiamo passare dal concetto di sicurezza a quello di robustezza.” Questa è la strada che, secondo l’ingegnere Andrea Nardini, membro del comitato tecnico-scientifico “Agire”, deve essere seguita. L’argomento è stato al centro del secondo incontro del seminario sul cambiamento climatico, svoltosi sabato 15 marzo al Palazzo del Ridotto. L’iniziativa è promossa dall’Amministrazione comunale di Cesena nell’ambito del progetto europeo ‘Times’.
Robustezza e geologia
La robustezza è la capacità di una struttura di sopportare eventi come incendi, esplosioni, alluvioni o errori umani, evitando danni eccessivi. L’unica cosa che ci ha salvato da questi fenomeni, ormai non più eccezionali, è sempre stata la bassa probabilità: “I Pgra (Piani di gestione del rischio alluvioni, ndr.) sono tutti stati fatti con l’ideologia del passato, che non prende in considerazione il cambiamento climatico.”
L’invito di Andrea Nardini è quindi quello di tenere conto dell’epoca geologica attuale, dove l’uomo, con le sue attività, ha creato squilibri climatici e ambientali che impattano sulla struttura della Terra e influenzano gli eventi naturali. “Occorre ragionare per il lungo termine da ora, con un approccio davvero aperto e pragmatico. Serve un’unione di forze tra esperti”, ha spiegato l’ingegnere, sottolineando come sia necessario un cambio di passo: non più interventi solo dopo le catastrofi, ma iniziare subito a mettersi al riparo.
Colombo: “Serve più spazio per i fiumi”
“I primi interventi da attuare sono funzionali a dare maggiore spazio ai fiumi. È necessario un cambio di paradigma sulla gestione delle alluvioni su questi territori”, spiega Andrea Colombo, dell’Autorità del bacino distrettuale del fiume Po, che ha lavorato a fianco di Regione e Governo per la creazione del piano speciale. Le misure di tracimazione controllata, cioè il processo con il quale l’acqua in eccesso dei bacini viene fatta defluire in zone prestabilite, saranno una grande sfida, ma, come sottolinea Colombo “secondo noi gli spazi ci sono, e questo purtroppo succedersi di eventi ne fa vedere l’urgenza.”
In gioco ci sono molte misure atte a ridare spazio alla natura, tra cui l’arretramento degli argini, la restituzione della naturalità ai corsi d’acqua e la gestione dei sedimenti. È stata però anche trovata una misura grigia, di consumo del territorio: l’adeguamento e il completamento dei sistemi arginali e delle casse di espansione.
Cesena era tutta campagna
Per il geologo Paride Antolini, la Romagna ha sempre convissuto con le alluvioni, ma il maggio 2023 ha reso evidente a tutti il cambiamento climatico. “A parte il centro storico, nelle vecchie cartine risalenti a prima dell’Unità d’Italia, Cesena era tutta campagna.” Antolini ha spiegato quindi che la nostra città ha subìto tantissimi cambiamenti. Tutte le amministrazioni, dal ‘900 in poi, hanno infatti cementificato e tolto spazio alla natura.
La gestione dei fiumi va ripensata, puntando su argini sicuri e un uso sostenibile del territorio. “L’agricoltura intensiva ha cancellato fossi e siepi, aumentando il dissesto”, spiega.
Anche le coste soffrono: “Le dune non bastano più, servono protezioni aggiuntive.” E avverte: “Trasformare i fiumi in autostrade dell’acqua è un errore: porterà solo a disastri.”