Cesena
La proposta/provocazione: la campagna in fiore è da esportare. Una bellezza che è uno stupore
Noi ne avevamo già parlato in lungo e in largo due anni fa. Ne facemmo la prima pagina dell’edizione cartacea. “Natura spettacolo” fu il titolo che poi è diventata una nostra campagna che portiamo avanti con costanza.
Ora che si stanno scaldando i motori della campagna elettorale, vogliamo tornare in argomento con maggiore forza.
Il turismo che non c’è in città è uno dei primi temi sui quali si stanno accendendo i primi dibattiti. Ristorani stellati e mense dei poveri? Cosa serve per attirare gente e per rispondere ai bisogni di chi abita questo fazzoletto di terra?
Ce lo chiediamo anche noi. E tentiamo, da sempre, di cercare anche qualche risposta. Una è quella che indicammo già due anni fa, in tempi non sospetti, quindi.
La promozione del territorio e l’incentivazione del patrimonio naturale. Sarebbe sufficiente guardarsi attorno e non limitarsi a ragionare di centro storico, tema stucchevole che a volte rischia di indisporre chi abita le oltre 60 frazioni di cui è costituito il Comune di Cesena. Non tutti sono concentrati su piazza del Libertà e sui negozi che sono chiusi. Da anni numerosi paesi sono abbandonati, con le scuole serrate e le attività commerciali che hanno abbassato le saracinesche. Per capirlo basterbbe viverlo, il territorio. Abitarlo. Basterebbe parlare con la gente che lì ormai ci torna solo per dormire, come capita ogni giorno a migliaia di cesenati.
Allora alziamo lo sguardo e proviamo a sfruttare ciò che di bello e di unico questo territorio offre di per sè. Ciò che ci viene donato e che l’uomo sa custodire quasi come un giardino.
“Uno stupore senza fine” fu il titolo scelto per la pagina interna. Certo che per stupirsi occorre alzare lo sguardo. Torniamo con questa proposta/provocazione. A Cesena e nelle vallate vicine si potrebbe portare le scolaresche perchè una fioritura come quella che si può ammirare nel qui non si trova ovunque. E con la meraviglie della campagna di primavera (in parte immersa nella centuriazione anch’essa da valorizzare) si potrebbero veicolare tutti gli altri nostri gioielli, dalla Malatestiana al Monte, dalla Rocca alla fontana del Masini, dalla Cattedrale alla chiesa di Santa Cristina, solo per citare alcune peculiarità.
Certo occorre muoversi. Occorre conoscere, guardare, osservare, vedere e stupirsi. Soprattutto stupirsi e non dare mai nulla per scontato. Abbiamo un patrimonio naturale da tutelare e da promuovere. Un’idea che potrebbe anche risultare vincente. Una proposta innovativa, capace di intercettare diverse istanze: dalla tutela dell’ambiente alla promozione del territorio, dalla valorizzazione di chi abita e lavora la campagna all’abbinamento con percosrsi culturali ed enograstronomici sui quali non siamo secondi a nessuno.
Noi ci crediamo e andiamo avanti.
Foto Pier Giorgio Marini