La savignanese Orietta Donati in diretta su Rai Radio 2

“Una vita stravolta ma siamo felici di farlo”. Ha concluso così la sua intervista resa pochi minuti fa a Massimo Cirri e Sara Zambotti per Caterpillar, su Rai Radio 2, la savignanese Orietta Donati. 

I due speaker hanno invitato gli ascoltatori a segnalare un amico o un’amica impegnati in ambito sanitario ed ecco il nome dell’operatrice in forza al laboratorio centralizzato di Pievesestina dell’Ausl Romagna come coordinatore tecnico della biologia molecolare e citogenetica.

Nel corso della diretta, durata una decina di minuti, il racconto di giornate fatte di turni lunghissimi, organizzati su 24 ore, con un totale stravolgimento dell’organizzazione interna. 

“Com’è cambiata il lavoro in un laboratorio analisi? ha chiesto Zambotti. “La nostra vita è stata completamente stravolta. Abbiamo dovuto impostare una riorganizzazione interna e reclutare personale ‘importandolo’ da altri settori. La cosa bella – ha sottolineato l’intervistata – è che si sono presentati spontaneamente tantissimi volontari. Questa emergenza che ci ha stravolti ha travolto ovviamente anche le nostre famiglie“. 

“Cosa c’è dietro un tampone, a parte un signore bardato che mette il cotton fioc in gola?” ha chiesto quindi Cirri.

“Dopo il tamponamento, come viene ormai chiamato il prelievo, il materiale viene trasportato nei laboratori che fanno il lavoro di analisi, messo in macchina dove personale ‘bardato’ appunto cerca di dare risposte in tempi veloci all’Igiene pubblica, ai chimici o a chi attende i referti”. 

“Ma voi lo vedete il virus?” 

“Non lo vediamo, noi facciamo l’identificazione del RNA (il Covid-19 è un virus a Rna non a Dna, ndr). Per farlo ci servono i reagenti, elemento che – come si sa – ha limitato l’operatività nella fase iniziale. 

Il virus viene visto da chi poi fa la coltura del materiale del tampone che viene fatto su piastre e terreni di coltura appositi.

La grande difficoltà nel reperire i reagenti, perchè non servono solo a noi ma a tutto il mondo, è stata superata grazie al coordinamento regionale. Devo dire che siamo molto fortunati ad operare nell’Ausl della Romagna perchè da Piacenza a Rimini c’è una grande collaborazione e uno scambio continuo per far si che tutti abbiamo la stessa opportunità. La mole di lavoro è tale che abbiamo messo in piedi otto linee di lavorazione. Ci arrivano ogni giorno tra i 1200 e i 1400 campioni”. 

“E dopo tante ore al lavoro, la sera quando si addormenta, sogna i cotton fioc?”

“Si, in effetti mi addormento pensando che la mattina dopo alle 8 devo essere al mio posto perchè c’è tanto da fare. L’adrenalina ha di buono questo, che nel momento del bisogno ti rende operativo. Quando passerà tutta questa storia mi auguro che chi ci governa ci faccia funzionare come adesso, liberandoci dalla burocrazia e permettendoci di dare risposte veloci. Oggi sono uscita alle 8 e devo ancora rientrare e i miei tre figli a casa mi chiedono: chi ci fa da mangiare questa sera? Però siamo felici di essere qui e di fare quello che stiamo facendo“.

“Alla fine della pandemia – ha poi concluso Cirri – verremo a Savignano sul Rubicone e faremo distese di piadina romagnola“.