Cesena
La scuola secondo Paolo Cevoli
“La scuola secondo Paolo Cevoli”. Si potrà assistere allo spettacolo del comico romagnolo lunedì 9 ottobre e martedì 10, al teatro Verdi di Cesena con inizio alle 21. Le serate sono promosse dalla Fondazione del Sacro cuore, che gestisce alcune scuole paritarie, grazie all’aiuto di numerosi sostenitori, tra cui la banca Bcc Romagnolo. Prevendita su ticketsms.it. Per informazioni: 335 5927119.
In vista dello show, abbiamo posto alcune domande all’attore.
Cevoli, la scuola, la Romagna, il mare e l’ospitalità, i suoi cavalli di battaglia. Poi dopo i nostri ragazzi non vogliono lasciare questa terra e magari perdono opportunità…
Beh, sono tutte le cose più interessanti e curiose della mia storia. Io ho iniziato a lavorare nella pensione dei miei genitori all’età di 11 anni. Per me Romagna, mare, ospitalità erano il centro. Ma quello che ho scoperto dalla Romagna è un senso di positività, un modo di vedere le cose che può essere imparato e portato ovunque. La Romagna non ha limiti.
Educa di più la scuola o la famiglia? O ancora di più i social? Quali gli antidoti?
Non so se siano malattie per le quali serve un antidoto. Penso che della scuola, della famiglia e anche dei social bisogna valorizzare quello che c’è di positivo. Poi ogni mezzo, che è umano, ha i suoi limiti. Io, ad esempio, durante la pandemia ho iniziato a stare sui social, e per me è stato un grande mezzo di comunicazione con gli altri e soprattutto con i giovani.
Come e dove iscriveranno i loro figli i genitori di oggi? E secondo quali criteri? Quali i suggerimenti?
Da questo punto di vista non credo che le cose siano troppo diverse da una volta. Dipende tutto da come poi uno sta nelle cose che ha: mio babbo Luciano diceva sempre “c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno, chi lo vede mezzo vuoto e chi non vede neanche il bicchiere”. La cosa importante è non appartenere all’ultima categoria.
Se avesse un figlio che deve scegliere l’università o e superiori, quali consigli gli darebbe?
Quando era per me il momento di andare all’università mi chiamò un mio amico e mi disse “dai vieni a fare giurisprudenza con me”. Io non sapevo neanche cosa fosse, ma sono andato. Quindi capite che non ho molti consigli sulla scelta universitaria. Penso però che la mia esperienza mi abbia insegnato che la realtà piano piano ti mostra quelli che sono i tuoi talenti, poi sta a te coltivarli impegnandoti al massimo.