Dall'Italia
La variante inglese è ormai maggioritaria, Bologna e Modena in zona rossa
Da una relativa normalità all’emergenza nel giro di un paio di settimane. L’Emilia-Romagna è passata dalla zona gialla di contenimento del Covid a quella arancione, con diverse aree in arancione scuro (chiusura scuole dai sei anni in su).
Da domani lo “scuro”, già adottato per la Romagna (tranne il forlivese), coinvolgerà anche Reggio Emilia, mentre le province di Bologna e Modena passeranno in zona rossa fino al 21 marzo. E di rosso potrebbe tingersi presto l’intera regione, dalla settimana prossima, se la cabina di regia nazionale rileverà venerdì un numero di contagi oltre la soglia prevista.
“Il ministero però ha dati più vecchi dei nostri, anche di una settimana – ha spiegato oggi in conferenza stampa il presidente della Regione Stefano Bonaccini –. A noi spetta di agire comunque, senza aspettare”.
Una decisione sofferta quella presa da Bonaccini: “Figuriamoci, dopo un anno, quanta voglia abbia di prendere una decisione simile, con la chiusura delle scuole e delle attività non essenziali. Ma la politica deve prendere decisioni, anche se difficili e sofferte. Me ne assumo la responsabilità. Le limitazioni da zona arancione classica non bastano più, il virus è mutato rapidamente”.
Dai dati presentati dall’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, è emerso un sistema sanitario in allarme, a causa del diffondersi della variante “in modo fulmineo”.
“Il livello di guardia è stato raggiunto e superato. Negli ultimi 15 giorni l’incidenza settimanale dei nuovi casi è passata dai 255 su 100mila a 341 su 100mila. Questo impatto si è tradotto anche in un aumento dei ricoveri nei reparti Covid e nelle terapie intensive. Due settimane fa la situazione non era allarmante, ora siamo al 40 per cento di riempimento dei reparti Covid, livello di guardia, e al 32 per cento delle terapie intensive, due punti percentuali oltre il livello di guardia”.
I dati del bolognese e del modenese sono peggiori di quelli regionali, di qui la scelta della zona rossa: “La progressione dei casi in queste aree è stata fulminea. A Modena sono occupati 358 posti letto Covid, a Bologna 641 posti letto Covid, in entrambi i territori l’aumento dei ricoveri è stato di un terzo in una settimana. Mentre le terapie intensive dedicate al Covid vedono occupati a Modena 47 posti su 52, a Bologna 80 su 85. Ecco perché siamo vicini al livello di saturazione”.
A differenza del virus Covid “classico”, le varianti si stanno dimostrando più pericolose nella fascia d’età dei bambini e dei giovani. Dal 14 settembre fino a metà febbraio i contagi nelle scuole erano inferiori a quelli degli altri settori, poi lo scenario è cambiato: “Nelle ultime due settimane il numero di casi nelle scuole si è impennato. Il 15 per cento del totale registrato nel mondo scolastico è avvenuto negli ultimi 15 giorni”. Di qui la decisione di chiudere le scuole nelle zone arancione scuro.
Su questo punto, Bonaccini ha chiesto al Governo il rifinanziamento dei congedi parentali nelle zone con Didattica a distanza: “Dovrebbero essere in arrivo 200 milioni di euro, con effetto retroattivo, così come dei ristori per le imprese non più legati al solo codice Ateco, ma in base al fatturato. E validi anche in caso di ordinanze regionali, non solo nazionali”.
La speranza ora è tutta nei vaccini: “Potremmo fare di più ma i mesi passati sono stati segnati dai tagli nelle forniture – ha spiegato Donini –.Ad oggiabbiamo ricevuto 559mila dosi di vaccino e somministrato il 73 per cento delle dosi consegnate.
Le 150mila dosi non impiegate sono in corso di somministrazione, incluse quelle del vaccino Astrazeneca, 7mila dosi, destinate ai medici di medicina generale per vaccinare a gruppi di dieci il personale scolastico. Un 15 per cento di dosi dei vaccini Pfizer e Moderna (la quota minima prevista) è tenuta di riserva per garantire le seconde dosi nel caso di ritardi di consegna.
“Hanno già completato il ciclo di immunizzazione circa 142mila persone. E tra il personale sanitario abbiamo avuto una diminuzione dei contagi dell’86 per cento, e del 66% nelle residenze anziani”.
“Potremmo avere 75 punti vaccinali, e oltre, per 45mila vaccinazioni al giorno, cui si aggiungono anche i medici di base. Attendiamo con impazienza altre dosi di vaccino” ha rilevato Donini.
“È frustrante sapere che potremmo vaccinare tante altre persone rispetto a quelle che stiamo già vaccinando – ha commentato Bonaccini – e che non possiamo farlo per penuria di dosi. I vaccini restano una priorità, serve uno sforzo nazionale”.
Il contagio, ripartito a ritmo veloce negli ultimi 10-15 giorni, non tocca certo la sola Emilia-Romagna. Diverse zone in Italia stanno passando in rosso o arancione scuro, con la variante inglese diventata ormai maggioritaria.
“Spiace chiedere a tutti sacrifici enormi, a studenti, alle famiglie, alle attività economiche, ma sento il dovere di intervenire per garantire il diritto alla salute. Il pericolo è ancora molto alto, ma confido che la curva si piegherà nelle prossime settimane. E con l’arrivo dell’estate, e l’aumento delle vaccinazioni, potremo riaprire senza chiudere più. Per ora comunque non illudiamoci: non ci sono ipotesi credibili di riapertura, nessuna data di uscita possibile dalla zona rossa è ipotizzabile”.
httpss://www.regione.emilia-romagna.it/coronavirus/norme/ordinanza-n-25-del-3-marzo-2021.pdf/