Cesena
L’attualità Usa letta da una giovane americana cesenate
La lunga corsa elettorale negli Stati Uniti d’America ha premiato Joe Biden. Il candidato democratico ha battuto alle urne l’attuale presidente in carica, Donald Trump. A Cesena ha vissuto da lontano, ma con grande interesse, questo importante avvenimento Rachel Stone. Nata in Usa, nella piccola cittadina di Thomas in Oklahoma, la 30enne si è trasferita in Romagna sei anni fa. L’insegnante di inglese ricopre anche il ruolo di responsabile della didattica in un centro linguistico in città.
Cosa ti ha portata in Italia?
Mia mamma è di Savignano sul Rubicone e dopo aver sposato mio papà in Oklahoma si è trasferita oltreoceano. Io sono nata e cresciuta là, ma in passato venivo ogni tanto in Italia a trovare i miei parenti. Dopo aver conseguito la laurea in italiano e scienze della formazione, ho deciso di trasferirmi.
Perché hai scelto Cesena come luogo in cui vivere?
Nel suo piccolo c’è un po’ di tutto, le risorse non mancano. Ammetto che provengo da un paesino ancora più rurale e provinciale di Cesena ma denoto in città benessere e una buona qualità di vita. Un aspetto importante è la sicurezza: non mi sono mai sentita a disagio. Tutti mi chiedono perché io sia qui ma con gli occhi da straniera, apprezzo ciò che i residenti danno per scontato.
Volgendo lo sguardo in America, cosa ne pensi della corsa elettorale che ha premiato Biden?
Aspettavo con ansia questa notizia. Visto che ancora Trump non ha riconosciuto Biden come vincitore delle elezioni, non mi sento totalmente tranquilla. Finché non vedrò il nuovo presidente alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio nel giorno dell’inaugurazione del suo mandato, non avrò il cuore in pace. Sono sicura che molti americani saranno scettici sul fatto di riconoscere Biden come presidente legittimo perché Trump è riuscito a creare una narrativa tossica secondo la quale sarebbe in atto un piano per estrometterlo, anche tramite brogli elettorali. Come figura pubblica Trump continuerà ad avere uno zoccolo duro di simpatizzanti, i suoi sostenitori porteranno avanti il suo messaggio basato sul nazionalismo.
Ha fatto tanto discutere per i Repubblicani il voto postale, una prassi consolidata in Usa.
Io ho la doppia cittadinanza e ho votato lo scorso ottobre con questa metodologia. Per i residenti all’estero è molto comodo. Attraverso un portale web del governo si può scaricare la tessera elettorale per poi stamparla. Una volta su carta, occorre applicare il proprio voto e compilare altri documenti di identificazione. Il tutto viene spedito via posta e inviato in appositi centri di raccolta per lo spoglio elettorale.
Con Joe Biden nelle vesti di nuovo presidente, cosa cambierà negli Usa?
In politica estera, Trump ha deciso di uscire da molti patti. Biden vorrà tornare a farne parte perché negli ultimi anni è mancata la voce americana in certi discorsi internazionali e lui cercherà di rimediare a questa assenza. Invece a livello nazionale il nuovo presidente farà più attenzione agli aspetti climatici, alla sanità pubblica e, grazie al suo equilibrio, forse riusciremo ad essere più produttivi in economia.
Il 2020 non è stato solo caratterizzato dalle elezioni, ma anche dalla pandemia di coronavirus.
Ho vissuto questa emergenza molto diversamente rispetto ai miei cari in Usa. L’Italia è stata subito soggetta al lockdown: scuole chiuse e gente a casa, con tante restrizioni negli spostamenti. Le indicazioni del governo sono state molto chiare fin da subito. Con qualche mese in anticipo l’Italia ha fatto fronte al Covid-19 rispetto agli Stati Uniti. La prima zona colpita è risultata quella di New York e i provvedimenti sono stati repentini e decisi. Poi il virus è dilagato in tutto il Paese e si è tramutato in un fattore politico. Trump era scettico di quanto stava avvenendo e io ne sono stata molto sorpresa. La gente si è comportata di conseguenza prendendo alla leggera la situazione, mentre in Italia i cittadini hanno rispettato le indicazioni precise dello Stato. La mia famiglia negli Usa ha fatto fatica a capire cosa dover fare per fronteggiare l’epidemia perché non vi erano linee guida e i luoghi pubblici erano tutti aperti. Indossare la mascherina era come un atto politico: chi la metteva era considerato un sostenitore di Biden. Ora, a distanza di tanti mesi, anche gli italiani sono contrari ad un altro lockdown ma già ne hanno vissuto uno a marzo.