Laurea in Teologia (in inglese e a distanza) per il diacono Massimiliano Turci

Caro direttore,

ti scrivo per condividere una bella notizia: il 20 giugno scorso mi sono laureato in Teologia biblica. Ad appena una settimana dal mio 53esimo compleanno, mi è arrivato questo bel “regalo”: la difesa della tesi.

Mi sono iscritto a Teologia nel gennaio del 2019. Come diacono sentivo l’esigenza di una formazione specifica per poter vivere in pienezza e con competenza il mio servizio alla Parola. A quel tempo solo i Domenicani offrivano corsi di laurea con formazione a distanza. Non era ancora arrivato il Covid e il concetto di “online” era ancora lontano da molte università. Invece i padri domenicani avevano già da tempo fondato Domuni, l’università internazionale domenicana con sede a Tolosa, con lezioni a distanza in inglese, francese e arabo. Io ovviamente ho scelto quello in inglese.

Ci sono alcuni aspetti di questo percorso che mi piacerebbe condividere con i lettori del Corriere Cesenate.

Il primo è la possibilità di studiare con ritmi che si possono conciliare con la normale attività lavorativa. Io sono ingegnere meccanico libero professionista, mi occupo di ingranaggi: orario e calendario lavorativo sono sempre mutevoli. Non sarei mai riuscito a seguire corsi in presenza. Ho potuto invece dedicarmi allo studio nel tempo libero, durante le vacanze, al sabato mattina o durante i viaggi di lavoro.

Studiare su testi in inglese mi ha aperto la mente. Leggere i testi biblici, soprattutto quelli più noti, in una lingua diversa mi ha costretto a uscire dall’abitudine e a cogliere sfumature che neppure immaginavo, un po’ come quando si guarda una serie o un film in lingua originale. Inoltre, gli autori stranieri, teologi e biblisti americani o tedeschi, hanno una mentalità profondamente diversa dalla nostra: è valsa la pena faticare per capire il loro approccio e studiare sui loro libri.

A proposito di libri, durante gli studi e in particolare nella preparazione della tesi, ho avuto accesso a risorse bibliotecarie ricchissime, come la nostra Biblioteca Malatestiana, che offre anche il servizio di prestito interbibliotecario e internazionale, quando i testi cercati non sono disponibili qui a Cesena. Negli ambienti della chiesa di Sant’Agostino si trova invece la Biblioteca del Seminario: il professor Claudio Riva, carissimo amico, mi ha accompagnato più volte alla ricerca dei libri di teologia non più in commercio. Il patrimonio di questa biblioteca si sta arricchendo continuamente, soprattutto con i lasciti dei nostri sacerdoti. Studiare sui loro libri è stata occasione per ricordarli nella preghiera. Un luogo speciale delle mie ricerche bibliografiche è stato anche l’archivio dell’Isacem (Istituto per la storia dell’Azione Cattolica e del movimento cattolico) a Roma, nei sotterranei della Domus Mariae. Qui è possibile consultare riviste ormai introvabili.

Uno degli aspetti più interessanti di questi anni di studio è stato il rapporto con gli altri studenti. Vorrei ricordare in particolare Renaud, un pastore protestante originario del Congo, francofono, parroco a Helsinki. Abbiamo seguito insieme il corso di nuova omiletica. Durante gli incontri su Zoom, faceva notare come gli servisse un’intera settimana per preparare l’omelia della domenica in finlandese. Ma l’incontro più bello è stato con suor Juliana. Abbiamo frequentato insieme vari corsi, ci siamo scambiati appunti e dispense. Durante il lockdown ho seguito la diretta streaming dalla sua chiesa in Nigeria, quando ha festeggiato l’anniversario della professione religiosa. Un giorno mi scrive su WhatsApp: “Sono a Roma, vediamoci”. Ho provato a spiegarle che non era così immediato per me andare a Roma e lei, senza tante storie, è venuta a Bologna, ospite dalle sue consorelle domenicane. Era in Italia per il capitolo del suo ordine, abbiamo fatto i turisti in giro per Bologna.

L’ultima mia condivisione vuol essere sulla tesi, che ho preparato dopo aver conseguito il baccellierato e aver terminato gli esami della laurea specialistica. Ho scelto come tema “Relationship between work and worship in the Bible” (lavoro e culto nella Bibbia). Devo ammettere che la preparazione della tesi ha richiesto molto più tempo di quanto pensassi, ma è stata un’esperienza davvero arricchente: non avevo scritto 260 pagine neppure quando mi sono laureato in ingegneria. Il professor Tremblay, che insegna in Canada, mi ha chiesto di affrontare il tema di lavoro e culto da tre punti di vista: storico-critico, teologico e applicativo. Nella terza parte ho dimostrato che il lavoro è esso stesso una forma di preghiera (Sir 38,34) e attualizza la richiesta “misericordia io voglio e non sacrifici” che si trova diverse volte nei Profeti e nei Vangeli, perché lavorando si soccorre chi è nel bisogno (At 20,35).

Vorrei concludere con qualche ringraziamento. Prima di tutto mia moglie Valentina, che mi ha supportato e sopportato in questi anni di studio, i miei genitori che mi hanno insegnato la gratuità del servizio (uno dei temi chiave della tesi), don Marcello che, come rettore del seminario, ha avuto un ruolo speciale nel farmi sostenere le verifiche semestrali scritte, don Giordano che mi ha iniziato da giovane alla passione per la Bibbia. Sono certo che il mio amico don Giancarlo Biguzzi mi ha sostenuto dal cielo in questo percorso biblico.

Massimiliano Turci