Cesena
Lavoratori stranieri in cerca di sanatoria. Una conversazione registrata come denuncia
“Io per loro sono un problema. Pagare soldi e prendere documenti. Io pago per avere questi documenti. Non è solo a Cesena che succede così, ma in tutta Italia”. Lo dice al proprio datore di lavoro, un operaio immigrato che ha deciso di licenziarsi da un’azienda metalmeccanica del territorio per poter trovare un contratto da badante o da lavoratore agricolo e poter accedere alla sanatoria. Con lui un altro amico nella stessa situazione.
Il colloquio che segue è stato sbobinato dalla registrazione in nostro possesso.
“La sanatoria ha creato più lavoro nero. Dobbiamo trovare un lavoro domestico per avere la sanatoria. Devo trovare un contratto di questo tipo per avere i documenti. Un lavoro come questo (da metalmeccanico, ndr) non serve per la regolarizzazione”, dice uno dei due.
“Il governo dice che ci vogliono badanti e operai in agricoltura. Per il resto non vale il lavoro svolto”.
Effetto boomerang mostruoso sulle persone indifese, ribatte l’imprenditore incredulo. “Siete disposti a licenziarvi per trovare una soluzione simile. Siete disposti a pagare dei soldi? Conoscete qualcuno che ha pagato?”.
“Non si può dire chi fa così – è la risposta – altrimenti viene un casino. Quindi si paga tutto in nero”.
“Non andiamo a lavorare (da badanti, s’intende, ndr). Se c’è un controllo, aspettiamo che passi”.
“Per avere questi documenti pagate voi dei soldi?”, chiede il datore di lavoro. “Sì”, è la riposta secca.
“4-5.000 euro?”.
“Di più: 6-7.000 euro. Così è successo qualche anno fa”.
“Mi vergogno – commenta l’imprenditore -. A me dispiace se vi licenziate. Non voglio questo. Lavorate con me da più di due anni”.
“Perdervi per questa sanatoria – prosegue -e che per questo dovete anche pagare mi fa stare male”.
“Si è creato il nero nel nero per avere questi documenti”.
“Pagano 4-5.000 euro per persona”.
“Sto vivendo un film – è la riflessione finale dell’imprenditore -. Pensavo cambiassero delle cose con questa sanatoria. Cercherò una soluzione. Ve lo prometto. Chiamerò qualche amico per darvi una mano: sindaco, sindacati, professionisti… Bisogna pensare che non tutte le persone sono cattive. Ci sono anche persone di buona volontà”.