Cesenatico
Le diverse generazioni della famiglia Ravaglia si ritrovano nella stalla degli avi
Domenica scorsa, 26 Maggio 2019, tutti i discendenti della famiglia Ravaglia si sono ritrovati presso la casa colonica dell’Agriturismo “le Margherite” in via Pisciatello a Sala di Cesenatico per ricordare la storia dei loro avi che proprio 82 anni fa hanno preso possesso di quelle terre.
Più di sessanta familiari si sono seduti a tavola: dalla piccola Anita di appena sette mesi fino al novantenne Giorgio. Un classico pranzo domenicale che si è trasformato in momento di condivisione, di narrazione della storia della propria famiglia, la mamma Gabriella Ravaglia con intorno tutti i parenti acquisiti e non ha iniziato un racconto come quello dei Malavoglia nel quale la “terra” può decidere le sorti delle persone.
LA STORIA
Tutto ha avuto inizio nel maggio 1937 quando i due fratelli Egisto e Giuseppe Ravaglia, provenienti da Calabrina hanno preso possesso di 80 tornature di terra nelle vicinanze del fiume Pisciatello. ‘La padrona’ della terra era una ricca possidente di Bologna, la Magagnoli, signorina che mai prenderà marito e Aldo Vicini è il suo fattore.I due fratelli detti “Scatein” si trasferiscono quindi nelle due case coloniche del podere, Egisto detto da tutti Gisto fa la parte dell’Azdor, tiene i conti, organizza il lavoro, i rapporti con il fattore, va ai mercati e si occupa della spesa. Un vero capofamiglia, ma come nei romanzi che si rispettano il destino gli è avverso, solo dopo 3 mesi dall’insediamento presso le terre della Signorina Magagnoli, tornando dal mercato, ad un incrocio la sua cavalla, spaventata da una grossa botte per il solfato, si imbizzarrì facendo cadere Gisto nel fosso dove subì un colpo alla testa che segnò la sua sorte. La cavalla, come “la cavallina” del Pascoli, seguendo il proprio istinto, tornò a casa con Gisto morente.Il peso della gestione della terra e della famiglia passò ben presto a Carlin il giovane figlio del fratello di Gisto organizzando il lavoro di mezzadria e proseguendo il compito dello zio. Il lavoro dei campi era duro e si doveva aver cura non solo della terra ma anche degli animali della stalla. Questo luogo è rimasto immutato anche se ristrutturato la famiglia Ravaglia 82 anni dopo si è ritrovata proprio nella stalla, mangiando accanto alle colonne di mattoni, sotto il soffitto a volta, vicino agli antichi anelli dove venivano legate le bestie e sempre lì nelle fredde sere invernali tutta la famiglia si ritrovava per raccontarsi, condividere il cibo e vivere.Le vicissitudini per i Ravaglia non finiscono, con l’avvento del fascismo e della seconda guerra mondiale proprio la casa dove ora si raccontano fu testimone dell’occupazione tedesca. Sotto il grande portico i soldati nascondevano i grossi pezzi di artiglieria dalla vista dell’aviazione alleata, rubavano i polli e dividevano pane e lardo con i bambini. La stalla mantenne il ruolo di luogo sicuro e divenne rifugio dei bambini durante i bombardamenti.
Poi nel 1942 Carlin, a 32 anni, venne richiamato alle armi e spedito in Russia, lasciando moglie e 3 figli per andare a combattere, sul fronte orientale, una guerra persa in partenza, ma fu tra i fortunati che l’hanno potuta raccontare. Infatti dall’Ucraina Carlin è tornato dopo un anno in Romagna, a rivedere la sua terra vicino al fiume Pisciatello, che non lascerà più fino al 1969, quando si trasferì in una casa più vicina al centro del paese e con tanta terra di proprietà da lavorare.Così questa antica dimora viene lasciata all’usura del tempo fino a che la nuova generazione dei Ravaglia nel 2018 riprende possesso di quelle vecchie pietre pregne di avvenimenti che, ricomposte e unite alle nuove, danno vita oggi all’Agriturismo “ Le Margherite”.