Le donne di Confartigianato contro il turismo sessuale

Contribuire in qualche modo anche da Cesena per fare qualcosa contro la atroce piaga del turismo sessuale sui minori. Se lo prefigge il Gruppo Donne Impresa di Confartigianato cesenate, presieduto da Daniela Pedduzza (nella foto) e coordinato da Cristiana Suzzi

La solidarietà, la vicinanza e l’empatia con problematiche che interpellano i grandi temi della giustizia, dell’impegno sociale e della convivenza civile sono un tratto distintivo dell’attività formativa e culturale del sodalizio femminile che in questi anni ha abbracciato varie cause ‘senza frontiere’ e che  ha promosso al cinema Eliseo la visione del film “Talking to the trees”, interpretato e diretto da Ilaria Borelli.“L’iniziativa – rimarca la presidente Daniela Pedduzza – è stata promossa dal Gruppo Donne in collaborazione con Confartigianato e il Wfwp. Si intitolava “Porta un amico” per allargare il più possibile riflessione e dibattito. Il film narra un viaggio nel cuore della Cambogia e del dramma della pedofilia e al termine della proiezione è seguita una riflessione con dibattito sullo sfruttamento sessuale dei minori. L’ingresso era a offerta libera e il ricavato verrà devoluto in beneficenza”. “L’opera di straordinario impatto –  prosegue la presidente  Pedduzza – è stata realizzata attraverso un crowdfounding ed è costata in tutto 50mila dollari. È sostenuta da varie associazioni umanitarie tra cui Unicef, Caritas, Amnesty International e dall’Ecpat, organizzazione che  lavora nel paese per proteggere i bambini dal turismo sessuale, attraverso la scolarizzazione, l’educazione sanitaria e l’aiuto economico alle famiglie. Una giovane donna, fotografa italiana che risiede a Parigi, sbarca in Cambogia per fare una sorpresa al marito francese che lavora lì da tempo.  Fatta la scoperta che il marito frequenta un bordello di bambine la donna diventa una paladina della liberazione delle piccole schiave. In Cambogia una bambina su dieci è venduta al mercato sessuale da poverissime famiglie. Molte di loro non vengono neanche registrate all’anagrafe. Si parla di almeno 40 milioni di ragazzini coinvolti nel mercato del sesso o nel traffico di organi nei paesi stremati dalla miseria e dalle guerre. Un’ecatombe”.“C’è anche un aspetto non secondario – aggiunge la presidente  Pedduzza – che riguarda l’artigianalità e il crowdfunding con cui è stato prodotto il film e che come imprenditrici artigiane ci interpella in prima persona. Si tratta comunque di un’opera che dovrebbe essere portata nelle scuole superiori e diffusa in tutti gli ambiti e sarà nostra cura sensibilizzare in tal senso. Il ricavato dell’iniziativa lo devolveremo ad associazioni territoriali in collegamento con altre nazionale che operano concretamente contro lo sfruttamento sessuale dei minori”.