Cesena
“Le nostre anime di notte” al Bonci
È uno spettacolo delicato, dai colori pastello, quello che Lella Costa ed Elia Schilton, con la regia di Serena Sinigaglia, hanno tratto dal romanzo postumo di Kent Haruf (1943-2014), “Le nostre anime di notte”. Lo scrittore americano racconta, in questo breve romanzo, una storia d’amore in tarda età: due vedovi ultrasettantenni vivono da soli, a pochi metri di distanza, in una cittadina del Colorado, e si conoscono da anni. Addie era buona amica di Diane, la moglie scomparsa di Louis, ma in realtà non si frequentano, almeno fino al giorno in cui la donna fa al vicino una proposta piuttosto spiazzante: dal momento che, dopo la scomparsa del marito, ha delle difficoltà ad addormentarsi da sola, lo invita a recarsi da lei per dormire insieme. Si tratta solo del desiderio di condividere ancora con qualcuno quell’intimità notturna, fatta soprattutto di chiacchiere nel buio, prima di cedere al sonno.
La regia di Serena Sinigaglia gioca con il poco: una scena minuscola, la piccolissima camera da letto, in cui i due personaggi dialogano, ricordano gli episodi salienti della loro vita, si avvicinano, vengono allontanati dall’opposizione dei figli, si riavvicinano. Intanto l’attrezzista, vero personaggio insieme a loro, smonta la scena, un pezzo alla volta, finché non rimarrà più nulla, solo un faretto ad illuminare i due volti, esattamente come all’inizio. Come si diceva, una scelta minimale, che si giova di un’interpretazione straordinaria: Elia Schilton e Lella Costa raccontano i loro personaggi con grande delicatezza, senza esagerare, ma con fortissima partecipazione.
Il monologo con cui Lella Costa racconta la tragica morte della figlia è un vero pezzo da manuale, per tecnica recitativa ed efficacia espressiva, ma non da meno è come Elia Schilton reagisce a questo monologo, con una gestualità sobria ma non meno commossa. Lo spettacolo è andato in scena ieri sera, martedì 6, e sarà replicato stasera.
Ieri, di fronte a un pubblico molto numeroso, sono stati tantissimi gli applausi tributati agli interpreti. Lella Costa, gravata da una raucedine che le rendeva più difficile la recitazione, è stata bravissima anche nel superare questa difficoltà tecnica. Un piccolo gioiello da ricordare.