Lia Montalti su vicenda aborto e Pd a Verona: “Nel confronto si potrebbe crescere tutti. Così invece si crea solo una grande confusione”

Ma come può essere terapeutico, civile o semplicemente umano un atto che sopprime la vita inerme nel suo sbocciare?” Con queste parole esplicite papa Francesco ha sferzato i fedeli presenti in piazza san Pietro durante la catechesi di mercoledì 10 ottobre. Un discorso che fa da eco alle polemiche nazionali dopo i fatti di Verona, che hanno sollevato le aspre critiche del mondo laicista e radicale, ma anche ridato voce alle numerose associazioni prolife che sul territorio offrono, alle madri in difficoltà, un’alternativa alla scelta dell’aborto. Guardando all’Emilia- Romagna, secondo i dati più recenti forniti dall’Assessorato alla Salute, si evince che il numero di ricorsi all’aborto nel 2016 è stato pari a 7.688 (-2% rispetto al 2015), di cui 6.791 a carico di donne residenti in Emilia-Romagna. Un numero sì in diminuzione, pur attestandosi su cifre ragguardevoli, che però non tiene conto della somministrazione nei Consultori Familiari e in altre strutture dipendenti dall’Assessorato alla Salute, della “pillola del giorno” dopo con effetto non solo contraccettivo, bensì abortivo. Abbiamo interpellato Lia Montalti (ex assessore del Comune di Cesena) consigliera regionale dell’area cattolica del Pd.

Sulla vicenda della consigliera del Pd di Verona che idea si è fatta?

Purtroppo come spesso accade su temi anche importanti si scatena la polemica piuttosto che approfondire le diverse, anche se contrapposte, posizioni. Nel confronto si potrebbe crescere tutti. Così invece si crea solo una grande confusione.  

Il Pd nel suo statuto tutela la libertà di coscienza, eppure da più parti c’è chi ha chiesto le dimissioni e l’espulsione della consigliera. Esiste nel partito un problema di libertà di pensiero per i cattolici?

Non penso che il problema riguardi il Pd. Credo più in generale che nella società di oggi ci sia una difficoltà nell’esprimere i propri valori, e nell’avere il tempo per spiegare e riflettere insieme. Si va avanti a colpi di tweet e di social dove è impossibile poter davvero dare un senso ai grandi temi della vita.  

Papa Francesco ieri mattina in piazza san Pietro è tornato con forza sull’argomento, chiedendo ai presenti “è giusto far fuori una vita umana per risolvere un problema”? Da cattolica e da politica come risponderebbe? Forse risponderei appellandomi ad un’altra frase di papa Francesco, che parla di misericordia, contenuta nella sua lettera a conclusione del Giubileo “Non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere quando trova un cuore pentito che chiede di riconciliarsi con il Padre”. 

Lei è consigliera regionale. Considerando anche la diffusa crisi demografica, ipotizziamo che in regione si arrivi a votare una mozione a sostegno dei centri di aiuto alla vita e dei progetti per le madri in difficoltà, scongiurando così il ricorso all’aborto. La sosterrebbe?

La nostra Regione è impegnata nel sostegno, attraverso le politiche sociali, alle famiglie e alle donne in difficoltà. Tra le varie misure abbiamo approvato il Reddito di solidarietà proprio per dare aiuto a coloro che si trovano in situazioni di povertà e disagio, riconoscendo un contributo maggiore a chi ha figli a carico. Penso però che per far crescere davvero la natalità si debba sostenere l’occupazione femminile, la fiscalità a sostegno della genitorialità e i servizi di conciliazione che aiutano le famiglie quotidianamente. Ma nel nostro paese, su questo fronte c’è tanto lavoro ancora da fare, anche dal punto di vista culturale e delle priorità.