L’ultimo saluto a Edo Lelli, don Marcello Palazzi: “Libertà, rispetto e correttezza i suoi fari”

Cattedrale gremita oggi pomeriggio per i funerali di Edo Lelli, colonna del Cesena Calcio e noto imprenditore, morto il 30 aprile scorso a 91 anni (vedi notizia richiamata). Sulla bara una composizione di rose rosse, ai piedi un bouquet di fiori bianchi. Attorno al feretro il picchetto d’onore con quattro ragazzi del settore giovanile del Cavalluccio.

In chiesa oltre al vessillo del Cesena Calcio, quelli del Panathlon e del Rotary Club Cesena, di cui Lelli fu rispettivamente socio e socio onorario. Fra i tanti presenti si sono scorti lungo la navata i volti del vicesindaco Christian Castorri, del consigliere regionale Massimo Bulbi, degli imprenditori Davide Trevisani, Flavio Amadori e Bruno Piraccini, del presidente di Confcommercio Cesenate Corrado Augusto Patrignani, di Paolo Montalti, past presidente del Rotary Club Cesena, di Dionigio Dionigi, presidente del Panathlon Club Cesena, del calciatore Andrea Ciofi e del team manager bianconero Matteo Visani.

“Siamo qui per dire grazie per il dono della vita di Edo e dei talenti ricevuti e condivisi”, ha detto il celebrante don Marcello Palazzi all’inizio della Messa funebre.

Nell’omelia, il sacerdote ha ricordato i tre fari della vita di Lelli: “Libertà, rispetto e correttezza”, per poi spiegarli. “Libertà non individualista, ma condivisa con gli altri come responsabilità e saper fare insieme“. Quindi “rispetto, dei tempi e dei talenti delle persone per aiutarle a dare il meglio di sé“. Infine “correttezza, in quanto Edo aveva bene in mente che ci sono delle norme da rispettare, laureandosi anche in Legge a 72 anni“.

Con un riferimento all’attualità sportiva, don Marcello si è detto sicuro che “Edo fa festa in paradiso per il Cesena che ha raggiunto la promozione“, specificando che “le mete importanti si raggiungono insieme. L’unione fa la forza ed Edo l’ha sempre saputo e messo in pratica. Era come il buon pastore – il riferimento al Salmo 23 cantato durante la celebrazione – a guida del gregge, non di pecore da sole, smarrite”.

Alla fine della cerimonia, molto sobria, il figlio Lorenzo ha preso la parola per un breve ricordo del padre. “Edo era un uomo di umili origini – ha detto -. La madre lavorava saltuariamente in cucina nei ristoranti di Cesenatico, spesso spostandosi a piedi da Macerone. Suo padre smartellava carbone in miniera in Belgio. Edo si è dovuto guadagnare tutto nella vita in quanto nessuno gli ha potuto regalare niente”.

Poi, “a prescindere dalle sue qualità umane, imprenditoriali e sportive, già sottolineate da tanti in questi giorni”, un pensiero personale: “Per me sei stato il compagno di squadra preferito, l’avversario di tennis più combattivo, un maestro di equilibrio e disciplina. Mi hai allenato alla vita. Sei stato un esempio. Sei stato un uomo straordinario. Riposa in pace. Qui ti vogliamo tutti bene”.

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