Meeting di Rimini: Gentiloni (Ue), “sui piani di recovery non possiamo permetterci battute d’arresto”

(da Rimini) “Questo è il momento di attuare i piani di recovery, magari accelerandoli. Sì a correzioni mirate, ma senza bisogno di ricominciare tutto da capo. Da questi piani dipendono le sorti europee” dei prossimi anni. Lo ha sostenuto con forza il commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, intervenuto oggi pomeriggio all’incontro su “Europa e futuro” al Meeting in corso a Rimini dal 20 al 25 agosto che ha per titolo “Una passione per l’uomo”. “Non siamo condannati all’austerità”, ha proseguito Gentiloni parlando in particolare dei Paesi ad alto debito come l’Italia. “Certo, ci vuole prudenza, ma occorre anche parlare di sviluppo. Il nostro Paese ha a disposizione 40 miliardi l’anno per investimenti accompagnati dalle riforme. Si tratta di una corsa contro il tempo. Non possiamo permetterci battute d’arresto”.

“Il futuro – ha aggiunto il commissario europeo – ha bisogno di un’Ue protagonista e non spettatrice, capace di portare avanti i valori in cui crede: pace, libertà e un’economia sociale”. Per questo ci vuole anche un’Europa che abbia “una politica estera comune”. Per raggiungere questo obiettivo ambizioso occorre “superare l’unanimità” che blocca spesso i meccanismi dell’Ue. “Ne ha bisogno l’Europa – ha precisato Gentiloni – non per sostituirsi alla Nato, ma per volgere uno sguardo al sud del continente, al Mediterraneo e all’Africa. Non si può lasciare spazio a modelli autoritari come quello cinese in Africa”. Poi un’attenzione ai mercati globali. Oggi si prospetta “una globalizzazione solo tra Paesi amici. È un’idea pericolosa”. Invece “l’Europa può giocare un ruolo per rendere il mondo più giusto e non lasciarlo in mano ai nazionalismi. Abbiamo bisogno di un sistema equilibrato e stabile”. “Va bene – ha detto in conclusione Gentiloni – se all’Europa si chiede di più. È giusto. Non è questo il momento di essere europei riluttanti, una riluttanza che nasconde nazionalismi. Sì, a un patriottismo sano, come quello proposto dai presidenti della Repubblica, da Ciampi a Mattarella, a una visione condivisa che si riconosca nei valori comuni europei”.