Migranti, Unchr: un per cento della popolazione mondiale in fuga, il 42 per cento minori

Oggi, l’1 per cento della popolazione mondiale è in fuga e ci sono il doppio delle persone costrette ad abbandonare le proprie case rispetto al 2011, quando il totale era poco meno di 40 milioni. Il 2020 è il nono anno di aumento ininterrotto dei movimenti forzati nel mondo. Lo rivela oggi il rapporto Global trends dell’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, che esorta i leader mondiali “a intensificare gli sforzi per promuovere la pace, la stabilità e la cooperazione, al fine di fermare e iniziare a invertire la tendenza che vede crescere il numero di persone costrette alla fuga da violenza e persecuzione da quasi dieci anni”. 

Più di due terzi di tutte le persone che sono fuggite all’estero provengono da soli 5 Paesi: Siria (6,7 milioni), Venezuela (4,0 milioni), Afghanistan (2,6 milioni), Sud Sudan (2,2 milioni) e Myanmar (1,1 milioni). La stragrande maggioranza dei rifugiati del mondo – quasi nove rifugiati su dieci (86 per cento) – sono ospitati da Paesi vicini alle aree di crisi e da Paesi a basso e medio reddito. I Paesi meno sviluppati hanno dato asilo al 27 per cento del totale.

Per il settimo anno consecutivo, la Turchia ha ospitato il numero più alto di rifugiati a livello mondiale (3,7 milioni di rifugiati), seguita da Colombia (1,7 milioni, compresi i venezuelani fuggiti all’estero), Pakistan (1,4 milioni), Uganda (1,4 milioni) e Germania (1,2 milioni). Le domande di asilo in attesa a livello globale sono rimaste ai livelli del 2019 (4,1 milioni), ma gli Stati e l’Unhcr hanno registrato collettivamente circa 1,3 milioni di domande di asilo individuali, un milione in meno rispetto al 2019 (43 per cento in meno).

Le ragazze ed i ragazzi sotto i 18 anni rappresentano il 42 per cento di tutte le persone costrette alla fuga nel mondo. Secondo le nuove stime quasi un milione di bambini sono nati rifugiati tra il 2018 e il 2020. Molti di loro potrebbero rimanere rifugiati ancora per molti anni. “La tragedia di così tanti bambini che nascono in esilio dovrebbe essere una ragione sufficiente per adoperarsi molto di più per prevenire e porre fine ai conflitti e alla violenza”, ha detto Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Il rapporto rileva anche come, al picco della pandemia nel 2020, oltre 160 Paesi avevano chiuso le loro frontiere, con 99 Stati che non facevano eccezioni per le persone in cerca di protezione. Mentre la gente continuava a fuggire varcando i confini, altri milioni di persone sono state costrette alla fuga all’interno dei loro stessi Paesi a causa delle crisi in Etiopia, Sudan, Paesi del Sahel, Mozambico, Yemen, Afghanistan e Colombia. In queste aree il numero di sfollati interni è aumentato di oltre 2,3 milioni.

Nel corso del 2020, circa 3,2 milioni di sfollati interni e solo 251.000 rifugiati sono tornati alle loro case – un calo rispettivamente del 40 per cento e del 21 per cento  rispetto al 2019. Altri 33.800 rifugiati sono stati naturalizzati dai loro Paesi d’asilo. Il reinsediamento dei rifugiati ha registrato un crollo drastico – l’anno scorso sono stati reinsediati solo 34.400 rifugiati, il livello più basso in 20 anni, anche a causa della pandemia.

Nonostante la pandemia, nel 2020 il numero di persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani è salito a quasi 82,4 milioni. Si tratta di un aumento del 4 per centorispetto alla cifra record di 79,5 milioni di persone in fuga toccata alla fine del 2019. Alla fine del 2020 c’erano 26,4 milioni di rifugiati (26,0 milioni nel 2019) tra cui 20,7 milioni di rifugiati sotto il mandato dell’Unhcr (20,4 milioni nel 2019); 5,7 milioni di rifugiati palestinesi sotto il mandato dell’Unrwa (5,6 milioni nel 2019); 48 milioni di sfollati interni (45,7 milioni nel 2019); 4,1 milioni di richiedenti asilo (4,1 milioni nel 2019); 3,9 milioni di venezuelani fuggiti all’estero (3,6 milioni nel 2019) “Dietro ogni numero c’è una persona costretta a lasciare la propria casa e una storia di fuga, di espropriazione e sofferenza. Meritano la nostra attenzione e il nostro sostegno non solo con gli aiuti umanitari, ma con soluzioni alla loro situazione”, ha detto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, sottolineando la necessità di “una volontà politica assai più decisa per affrontare, in primo luogo, i conflitti e le persecuzioni che costringono le persone a fuggire”.