Dall'Italia
Miniserie e prime visioni, cosa guardare in streaming in tv
Due le miniserie in evidenza questa settimana. Anzitutto “Speravo de morì prima” su Sky Atlantic e Now, racconto semiserio dell’addio al calcio di Francesco Totti, interpretato da Pietro Castellitto, Greta Scarano e Monica Guerritore. Su Rai Uno e RaiPlay c’è “Leonardo”, coproduzione internazionale che mette a tema vita e arte del genio toscanodramma familiare “Waves. Le onde della vita” (2019) di Trey Edward Shults, racconto sull’America di oggi giocato tra sguardi di cronaca e slanci di riconciliazione, come pure la commedia musicale a pennellate romance “L’assistente della star” (“The High Note”, 2020) di Nisha Ganatra con Dakota Johnson.
“Speravo de morì prima” (Sky Atlantic-Now)
A quasi sei mesi dalla presentazione alla 15
“Leonardo” (Rai Uno-RaiPlay)Attesa, era attesa. E alla fine gli ascolti sono arrivati in maniera copiosa. Parliamo della miniserie “Leonardo”, salutata al suo debutto su Rai Uno lo scorso 23 marzo con 7 milioni di telespettatori e il 28% di share. Sulla scia del progetto “I Medici”, l’italiana Lux Vide guidata da Matilde e Luca Bernabei ha costruito un’altra importante produzione di respiro internazionale che vede allineati molti Paesi tra cui il Regno Unito (con cui è stata realizzata anche la serie “Diavoli”). A dare il volto al pittore italiano è un convincente Aidan Turner, popolare Oltremanica soprattutto per la serie “Poldark” (2015-2019) dai romanzi di Winston Graham. Tra gli altri interpreti di “Leonardo” si ricordano Giancarlo Giannini, Matilda De Angelis e il “Good Doctor” Freddie Highmore. La struttura narrativa di “Leonardo” oscilla abilmente tra storia e finzione, mettendo al centro degli episodi (8 in tutto) la realizzazione di opere d’arte e tormenti esistenziali-sentimentali del pittore, nonché una inattesa linea gialla (l’accusa di omicidio). Lo sforzo produttivo è notevole, guardando con decisione al panorama estero, principalmente al modello narrativo inglese, tra i migliori nella messa in scena di racconti storici, di period drama. Al di là però della ragguardevole cura formale, la narrazione a volte sembra polarizzarsi troppo tra mélo e giallo, sul sentiero della finzione, a scapito del guadagno artistico, incedendo in maniera poco compatta, fluida. Dal punto di vista pastorale “Leonardo” è consigliabile, problematica e dibattiti.
“Waves. Le onde della vita” (Sky Cinema-Now)
È passato alla 14
“L’assistente della star” (Sky Cinema-Now)
Ugualmente destinato all’uscita in sala ma bloccato per la pandemia è “L’assistente della star” (“The High Note”, 2020) di Nisha Ganatra, commedia a sfondo romance che si snoda nel panorama musicale americano odierno. Per intenderci, siamo dalle parti di “Tutto può cambiare” (“Begin Again”, 2013) di John Carney con Keira Knightley: un racconto ricercato, di taglio “indie”, che unisce due generazioni musicali, quella della cantante di successo Grace Davis (Tracee Ellis Ross, la figlia della mitica Diana Ross) al crocevia tra mito e pre-pensionamento e la giovale voce soul David Cliff (Kelvin Harrison Jr.). A fare da raccordo tra i due è Maggie (Dakota Johnson), assistente personale ma anche aspirante produttrice, che si muove nel settore mescolando sogno, tradizione e linguaggi contemporanei. Sullo sfondo ondeggia morbido un sound elegante e ricco d’atmosfera, in un’America che custodisce ancora il sogno del successo. Storia circoscritta, godibile, che sa affascinare senza lasciare molto di più. Protagonista è la musica, ma accanto ci sono temi rilevanti come il ruolo della donna nella discografia, nella società, e il bisogno di ritessere il dialogo genitori-figli. Dal punto di vista pastorale il film “L’assistente della star” è consigliabile, semplice e per dibattiti.