Misericordie in Polonia. Il grazie di chi vi ha preso parte. “Poter donare il proprio tempo è un privilegio”

In vista ormai del confine italiano, abbiamo sentito altri due pareri, tra i 12 volontari che hanno preso parte al viaggio fino al confine tra Polonia e Ucraina. Lì la colonna mobile organizzata dalle Misericordie della Valle del Savio e di Sarsina ha fatto arrivare tonnellate di generi alimentari e di prima necessità per le popolazioni ucraine afflitte dalla guerra in corso dal 24 febbraio.

“Innanzitutto – dice Matteo Ruscelli che viaggia con Socrate Albertini- vorrei ringraziare Paolo Rossi (presidente della Misericordia di Sarsina, ndr) e Israel De Vito (presidente della Misericordia Valle del Savio, ndr) per avermi dato la possibilità di unirmi a questa avventura. Non è qualcosa che si deve dare per scontato: poter donare il proprio tempo o le proprie competenze per una buona causa è da considerarsi un privilegio”.

“Un privilegio  – prosegue Ruscelli – che ho colto al balzo e che ha riempito il mio cuore di un’esperienza intensa e piena di umanità. In questo viaggio ho ritrovato vecchi amici e ne ho scoperti di nuovi, ma soprattutto ho ricevuto tanto, perché come ha spesso ripetuto il buon Valchirio Piraccini: a far del bene si riceve del bene, ed è proprio vero”.

Non sono nuovo a esperienze simili – dice Maurizio Crociani di Sarsina che si alterna alla guida con Andrea Fabiani (foto sotto)– anche se da un po’ di tempo a questa parte per tanti motivi ne ho fatte meno. Ma la mano di Dio agisce sempre quando meno te lo aspetti, e solo anche dopo molto tempo capisci e trovi il senso di quello che Dio aveva pensato per te. Basta stare in vigile attesa e, fra un sorriso e l’altro, in ascolto. Come sempre le cose arrivano all’improvviso. È da una banale richiesta di Israel che è iniziata la mia avventura in questo viaggio, e subito ho sentito la necessità di dover fare qualcosa. Era una forza superiore che mi chiedeva questo”.

“Proprio ieri mi domandavo – prosegue nelle sue riflessioni ad alta voce Crociani -. Perché sono qui? Cosa ci faccio? Ha senso che sia qui? Non so dare una risposta precisa a queste domande, perché non sempre è facile capire fin da subito quale sia la strada pensata da te. Ma un fatto l’ho capito e imparato: ognuno di noi sa sempre la cosa giusta da fare. Difficile è percorrerla. E solo la grazia e la fede in Dio possono dare la forza di fare la cosa giusta. Se non fossimo credenti che differenza ci sarebbe fra il bene e il male? Fra l’egoismo e la generosità? Nessuna. Solo facendo ho capito che il mio posto era qui, con i miei nuovi e vecchi compagni di avventura. La fame, il sonno, la fatica e l’avvilimento, nulla di tutto questo abbiamo avvertito, perché eravamo spinti tutti insieme da una forza più grande: il desiderio e la gioia verso il prossimo che chiede aiuto. E tutti lo abbiamo fatto con il sorriso”.

“Da questa esperienza mi porto a casa il sorriso – aggiunge Crociani -. Il primo quello dei miei compagni di viaggio. Il secondo ricordo sono gli sguardi, sia dei volontari polacchi del magazzino concentrati e anche un po’ tristi, ma soprattutto lo sguardo delle sorelle ucraine che con grande semplicità hanno detto grazie e con un semplice sguardo profondo hanno trasmesso l’imbarazzo del dover chiedere, non per sé, ma gli altri. In quel momento ho capito che si fa tanta strada e tanto lavoro solo per loro: per loro che fino a un minuto prima nemmeno conoscevi”.

E da domani come sarà?

“Farò quello che ho sempre cercato di fare e che mi hanno insegnato di fare, dai miei genitori al mio mentore e compianto parroco don Renzo Marini: non abbandonare e non dimenticarsi di questa gente che ha bisogno. Ho avuto la fortuna di poter toccare con mano la situazione, ma non vale meno ciò che hanno fatto tante persone e numerose aziende con il loro contributo a casa in Italia, anche solo con un pensiero e una preghiera”.