Valle Savio
Misericordie verso la Polonia. La testimonianza di Liudmyla che viaggia con i volontari: “Grazie di cuore per quello che fate per noi ucraini”
Non solo generi di prima necessità. Verso il confine tra Polonia e Ucraina, i 12 volontari delle Misericordie, insieme a tonnellate di generi alimentari e di prima necessità, stanno portando anche Liudmyla
“Voglio prima di tutto dire grazie a tutti voi, a queste organizzazioni che stanno portando tutti questi aiuti. Io vorrei ringraziare in maniera particolare Andrea Casadei della Caritas diocesana. Grazie al suo interessamento domani verrà a prendermi mia sorella”.
Il motivo del rientro in patria di Liudmyla è stato determinato dalla condizione di salute dei genitori e dalla guerra in atto. “Siamo in un momento molto difficile e doloroso – aggiunge Liudmyla con la quale abbiamo dialogato poco fa al telefono -. Vorrei dirvi tutto il mio grazie per la vostra generosità, per quello che state facendo”.
Liudmyla è da dieci anni in Italia. Ora vive a Cesena dove fa la collaboratrice domestica. Con lei vive il figlio, 24 anni, che nei primi giorni dell’invasione russa è riuscito a uscire dal suo Paese, prima del divieto poi imposto a tutti i maschi tra i 18 e i 60 anni di età.
“Dei miei genitori (entrambi 79 anni, ndr) ho notizie continue. La mia mamma soffre di ipertensione, ma ora con gli allarmi va anche peggio la salute. Si devono nascondere di continuo. Loro abitano nel nord del Paese e non hanno ancora avuto danni alle abitazioni, ma l’allarme suona spesso. È tutto così inspiegabile, inguardabile e incomprensibile”.
Anche la sorella, che lavora presso una università, si occupa ora di volontariato. “Hanno 700 giovani da accudire – prosegue nel racconto la donna – ma hanno pasti solo per 300 – 350 persone al giorno. Davvero si tratta di condizioni molto difficili, che fanno soffrire”.
Una volta in Ucraina, che farà ? “Vorrei tornare in Italia subito, già la prossima settimana – risponde la signora -. In questi giorni per viaggiare nel nostro Paese abbiamo tutti i documenti necessari cui ha pensato mia sorella che dovrà fare un viaggio di 400 chilometri per venire a prendermi. Lei, me lo ha già detto, rimarrà in patria e proseguirà la sua opera come volontaria”.
“Me lo faccia dire ancora – insiste Liudmyla prima di terminare la telefonata -. Davvero grazie grazie grazie a tutti voi per quello che state realizzando per noi ucraini”.