Cesena
Mozart incontra Calvino… al “Bonci” di Cesena
Quando due geni si incontrano, anche a distanza di secoli, nascono sempre delle scintille interessanti. È il caso del recital messo in scena al “Bonci” di Cesena dal Conservatorio “Maderna” ieri, venerdì 24 settembre. Wolfgang Amadeus Mozart, nel 1780, aveva iniziato a lavorare su un Singspiel, l’opera lirica tedesca. Si differenzia da quella italiana per la presenza della recitazione non accompagnata da musica fra un’aria e l’altra, e per il fatto, ovviamente, che il testo è in lingua tedesca.
Il testo di tale Andreas Schachtner unisce Oriente e Occidente attraverso una storia d’amore e d’avventura di cui protagonisti sono due giovani: Zaide, la favorita del sultano Soliman, e Gomatz, uno schiavo cristiano. Partecipano alla vicenda anche Allazim, braccio destro del sultano, e Osmin, capo delle guardie di Soliman. Il libretto originale è andato perduto, e restano solo i testi che Mozart mise in musica. I frammenti superstiti, quindi, permettono solo in parte di ricostruire la trama dell’opera.
Italo Calvino lavora al progetto nel 1981, a duecento anni di distanza. La trama diventa una drammaturgia solida e coerente che organizza i contenuti letterari dei 15 brani musicali: addirittura lo scrittore immagina quattro possibili finali per l’opera, tutti plausibili e rispettando le regole del teatro del tempo. Come per “Dido and Aeneas” che ha aperto la stagione del “Bonci”, anche l’allestimento che questa volta presenta il “Maderna”, nato da un progetto del Dipartimento di musica antica, fa tesoro dei pochi mezzi: si svolge tutto sul palcoscenico, dove sono visibili al pubblico gli attori dell’opera: il narratore, figura cardine della narrazione, i cantanti protagonisti della vicenda, l’orchestra, i figuranti. In scena, a dirigere l’orchestra, Gabriele Raspanti; regia e voce narrante, Gabriele Marchesini. I solisti sono stati: Erica Alberini, Chiara Nicastro (entrambe hanno dato voce in modo efficace, pur con diverse espressività, al personaggio di Zaide), Angelo Testori (Gomatz), Andrea Jin Chen (Allazim e Osmin), mentre Valentina Albiani, Stefano Benvenuti, Alejandro Lòpez Ramiro, Nicola Ragazzini, Daniel Sanchini sono stati i figuranti che con pochi elementi (suggestioni di costumi, più che costumi completi) hanno dato forma agli evanescenti personaggi dell’incompiuta opera mozartiana.
Ascoltandola, si comprende anche perché Mozart abbia deciso di non finirla: alcuni passaggi sono di grande efficacia, la zampata del musicista si sente, però ci sono ancora alcune fragilità, che di lì a due anni sarebbero state ampiamente superate con quel capolavoro, sempre come Singspiel, che è “Die Entführung aus dem Serail”, cioè “Il rapimento dal serraglio”, così simile per trama e struttura, eppure tanto più completo dal punto di vista musicale. Pubblico numeroso quanto può essercene con il distanziamento, ma caloroso: tanti tanti applausi per tutti gli interpreti presenti. Un altro passo verso una normalità che tutti auspichiamo, che forse è ancora di là da venire, ma che cominciamo a sentire sempre più presente.