Natale a Betlemme. Ingresso del patriarca Pizzaballa alla Natività: “La distruzione non vinca sulla nostra fede”

Fra pochissime ore a Betlemme la Messa di Mezzanotte celebrata dal cardinale Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, reduce da una visita alla Striscia di Gaza

Il cardinale Pizzaballa visita la parrocchia latina di Gaza. Foto Patriarcato latino di Gerusalemme
Il cardinale Pizzaballa visita la parrocchia latina di Gaza. Foto Patriarcato latino di Gerusalemme

Il porporato era reduce da una visita alla parrocchia latina della Striscia di Gaza

Ingresso solenne questa mattina a Betlemme del patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa, accolto dalle autorità civili e religiose locali, dagli scout e dai fedeli locali. Nella piazza del municipio, vuota del tradizionale albero di Natale e di luci natalizie, il patriarca ha salutato i presenti in un clima di sobrietà e di rispetto “delle gravi privazioni che milioni di persone nella regione continuano a sopportare a causa della guerra” così come chiesto dai patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme in un comunicato diffuso il 23 novembre scorso.

Reduce da una visita a Gaza

Il porporato, reduce da una visita alla parrocchia latina della Striscia di Gaza, è partito questa mattina da Gerusalemme per transitare nel monastero greco-ortodosso di Mar Elias, dove ha ricevuto il saluto delle autorità del villaggio di Beit Jala per poi proseguire verso Betlemme, passando per il check point israeliano sito nella Tomba di Rachele. Ad accompagnare il patriarca anche il vicario della Custodia di Terra Santa, padre Ibrahim Faltas. Scortato dagli scout il cardinale è giunto a piedi nella piazza della Mangiatoia. Lungo il tragitto, racconta all’agenzia Sir padre Rami Asakrieh, parroco di Betlemme, ha salutato famiglie e bambini, scattato fotografie e benedetto le persone lungo la strada. Alcuni scout issavano uno striscione che recitava: “Vogliamo la vita, non la morte”.

L’importante è non essere distrutti nel cuore

Nella piazza del municipio, attigua alla Natività, il patriarca ha voluto incoraggiare i cristiani locali. “Nonostante la distruzione – ha detto il parroco citando testualmente il patriarca – è importante non essere distrutti nel cuore. Ciò che accade all’esterno non deve vincere la nostra fede. A Gaza – sono parole del cardinale – ho visto la distruzione ma ho visto anche la vita nel cuore dei cristiani che non si arrendono alla povertà, all’odio, alla violenza”. Non è mancato un cenno alla situazione di Betlemme: “È triste – ha ricordato Pizzaballa – vedere Betlemme senza pellegrini, con i negozi chiusi, ma non dobbiamo perdere la speranza”. E ai fedeli sparsi nel mondo ha lanciato un appello: “Non abbiate paura, vi aspettiamo qui”.

“Le tenebre portano alla falsificazione della verità”

“Dalla piazza il patriarca ha fatto il suo ingresso nella chiesa al canto del Te Deum, quale ringraziamento a Dio per la nascita del Figlio Gesù. “In chiesa – ha detto padre Asakrieh – ho salutato il cardinale, ho ricordato il pericolo delle tenebre che offuscano il cuore degli uomini provocando la falsificazione della verità e favorendo decisioni di guerra e di odio. Infine, abbiamo pregato per la pace”. Questa sera la chiesa di santa Caterina aprirà le sue porte a tutti i fedeli alle 21 locali: “Come l’anno scorso – spiega il parroco di Betlemme – non ci saranno biglietti per l’ingresso all’interno dove sono attesi i consoli di Italia, Spagna, Francia e Belgio e le varie autorità civili. Ci sarà la sicurezza a garantire lo svolgimento della funzione. Al momento non si hanno conferme della presenza di rappresentanti dell’Autorità palestinese”.

I cristiani lasciano Betlemme

Come l’anno scorso si stanno facendo sentire a Betlemme e in tutta la Cisgiordania le conseguenze della guerra a Gaza e le restrizioni imposte da Israele per garantire la sicurezza nei suoi confini. Israele ha concesso 4mila permessi ai palestinesi della Cisgiordania per entrare a Gerusalemme per le feste di Natale. I permessi, come anticipato dal Sir, hanno una validità di una decina di giorni, minore rispetto al passato. Per tutti questi motivi, e in assenza di un futuro stabile, sarebbero – secondo il sindaco di Betlemme, Anton Salmancirca 470 le famiglie cristiane trasferite negli ultimi 12 mesi. Nel 2017 i cristiani rappresentavano circa l’11% dei 215.000 abitanti del governatorato di Betlemme.