Naufragio a Lampedusa: Forti (Caritas), “questi morti dimostrano che teoria pull factor è fake news. Ripristinare i dispositivi di salvataggio delle Ong”

“Anche le ultime lacrime per piangere tanti innocenti morti in mare sono finite. Non c’è più spazio nemmeno per le parole di circostanza, troppo spesso dense di ipocrisia. È solo tempo di agire, ripristinando diffusamente i dispositivi di salvataggio in mare delle Ong”. Lo afferma oggi all’agenzia Sir Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana, dopo l’ennesimo naufragio tra Lampedusa e Tunisia durante il quale hanno perso la vita almeno 41 migranti, tra cui tre bambini. I quattro superstiti, tra cui una ragazza, hanno raccontato di essere rimasti almeno quattro giorni alla deriva su un barchino abbandonato, in balia delle onde. Sono tutti sotto choc.  L’imbarcazione in ferro è stata avvistata e ripresa da Seabird, l’aereo da ricognizione della Sea Watch.  La procura di Agrigento ha aperto una inchiesta a carico di ignoti. “Non ci sono più alibi: questi morti ci confermano ancora una volta che la teoria del pull factor è una fake news – sottolinea Forti -. Chi crede che una seria politica migratoria passi attraverso la limitazione delle attività umanitarie o attraverso accordi con Paesi instabili, non guarda in faccia alla realtà e soprattutto si gira dall’altra parte davanti alle numerose vite che continuano ad affogare nel Mediterraneo”.

I naufraghi sono stati avvistati e localizzarli ieri dagli aerei di Frontex. La Capitaneria di porto italiana ha attivato la Guardia costiera libica, perché il natante con i 4 sopravvissuti nel frattempo era finito al largo della Libia, ma nessuno è intervenuto. Le motovedette italiane si sono poi spostate fino al largo delle acque di Zuwara dove i quattro sono stati soccorsi dalla nave bulk carrier “Rimona” e trasbordati sulla motovedetta Cp327 della Guardia costiera.

Ora i quattro superstiti sono accolti nell’hotspot di Contrada Imbriacola gestito dalla Croce Rossa Italiana: “Sono tre minori da quanto dichiarano, due ragazzi e una ragazza e un uomo adulto provenienti da Guinea e Costa d’Avorio”. I migranti hanno raccontato agli operatori della Croce Rossa che sull’imbarcazione che avrebbe fatto naufragio c’erano 45 persone partite giovedì sera da Sfax. “I quattro superstiti al naufragio si sarebbero salvati con delle camere d’aria e poi raggiungendo un’altra imbarcazione in mare – si legge in una nota della Cri -. Al momento le condizioni generali di salute sono buone e vengono assistiti e supportati dagli operatori della Croce Rossa. Verranno poi trasferiti dall’hotspot in altri centri a breve”. Secondo il Missing Migrants Project dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni sono già oltre 1.800 le persone morte e disperse lungo la rotta del Mediterraneo centrale, tra le più pericolose del mondo.