Nicoletta Dall’Ara, presidente del Consiglio comunale: “Fin dal primo giorno ho capito che quel ruolo era destinato a un altro”

È sembrata una damnatio memoriae. Non aver ricordato sabato scorso, da parte del Partito democratico, il nome dell’attuale presidente del Consiglio comunale, Nicoletta Dall’Ara, durante la presentazione della lista dei candidati per le elezioni del prossimo 8 e 9 giugno, è sembrata proprio una damnatio memoriae. Un voler dimenticare presto un recente passato che appare ingombrante (cfr pezzo a fianco).

In merito e sull’esperienza di questi cinque anni, abbiamo sentito l’interessata.

Presidente Dall’ara, fuori dalla lista dei candidati e mai citata in conferenza stampa. Che è successo?

Fuori dalla lista per mia scelta. A metà gennaio avevo comunicato in maniera pubblica che non mi sarei candidata. Una scelta maturata nel corso di questi cinque anni, proprio per le difficoltà riscontrate durante questo percorso faticoso. Mai citata in conferenza stampa: l’apertura di una campagna elettorale proietta le persone verso il futuro mentre io rappresento ormai il passato ed è giusto che non si sia parlato di me. Su cosa sia successo ho la mia visione e devo dire che ho avuto la sensazione sin dal primo giorno del mio ingresso a palazzo Albornoz che quel ruolo non fosse destinato a me. Leggo dai giornali di questi giorni che si parla tanto di squadra. Posso solo dire che nonostante i miei 358 voti, attorno a me la squadra non è stata fatta. Anzi, è accaduto il contrario.

Cinque anni di esperienza in prima linea. Quale il bilancio?

Sono onorata di aver ricoperto un ruolo prestigioso. Un bilancio è difficile proprio per i tanti ostacoli che ho dovuto affrontare. Come tutte le esperienze di spessore è stato un percorso di crescita personale, di maturazione politica, anche se poi ho deciso di non proseguire in questa direzione.

Come sono oggi i suoi rapporti col Pd? E col sindaco?

Frequento poco gli ambienti del Pd. Con il sindaco i rapporti sono cordiali e limitati alle attività strettamente legate alle sedute del Consiglio comunale.

Volevano che si dimettesse? Perché non l’ha fatto?

Si aspettavano le mie dimissioni, anche perché c’è stato un momento nel quale il clima era davvero teso e lasciare mi sembrava la soluzione migliore, poi una telefonata mi ha fatto cambiare idea. Eravamo nel 2021. Si era dimessa da poco Laura Moretti quale segretaria comunale del Pd. In un sabato pomeriggio mi chiama un collega consigliere del Pd e mi chiede se avevo intenzione di rinunciare alla carica perché a seguito delle dimissioni della segretaria si doveva definire un nuovo assetto compreso il mio ruolo che secondo l’attuale capogruppo avrebbe meritato lui sin dal primo istante. Ecco, trovai così fuori luogo quella domanda e poco rispettosa che mi fece decidere di non lasciare. Si erano superati i limiti.  Le dimissioni sono un fatto personale e delicato.

Come ha interpretato il ruolo da presidente del consiglio comunale?

È un ruolo non facile. Rappresentare tutti i consiglieri dell’assise in modo indipendente dal colore politico è un’impresa ardua, si finisce per deludere molti. Ho cercato di farmi guidare dalla mia sensibilità, mantenere lucidità e coerenza con quello che è sempre stato il mio modo di essere. Chi mi conosce bene sa che sono una persona leale e corretta.

Dieci anni alla guida del quartiere al Mare. Come lo vede oggi?

Come lo vedo? Diversi residenti del quartiere quando mi incontrano mi dicono “ma esiste ancora il quartiere al mare?”. Credo che questo sia sufficiente a descrivere lo stato delle cose.  Mi dispiace molto vedere che i miei dieci anni di intenso lavoro siano finiti così. A chi mi chiede se mi occuperò di nuovo del quartiere dopo questa parentesi, rispondo che non è nelle mie intenzioni.

Come vede le frazioni di quel quartiere?

Sulle frazioni posso dire che non ho visto particolari cambiamenti in cinque anni. Non parliamo di Bulgarnò la frazione dove risiedo: inascoltati gli appelli dei residenti che si sono costituiti in un comitato e sui temi dei trasporti, la raccolta dei rifiuti in modalità integrale, unica frazione del quartiere con non pochi problemi per il conferimento degli sfalci e potature e la pista ciclopedonale richiesta da anni per collegare la frazione con Gambettola. Tutto questo mi addolora. Mi addolora vedere che anche il quartiere è assente.

Infine, la sua parentesi politica si chiude qui, oppure…

Avrei potuto proseguire anche fuori dal Pd, ma per coerenza e lealtà nei confronti di un partito che nel rapporto con la sottoscritta non ha certo brillato per correttezza, ho deciso di fermarmi, per ora. Sono stati cinque anni faticosi anche dal punto di vista umano. Ho bisogno di dedicarmi al mio lavoro e alle mie passioni, in particolare all’associazione (Poesis, ndr) che ho costituito insieme a un gruppo di amici e che si occupa di poesia.

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