Lettere
Oggi la memoria di san Charles de Foulcauld
Caro direttore,
oggi, 1 dicembre, la Chiesa celebra la memoria di Charles de Jesus (Foulcauld). Vorrei condividere con i lettori la biografia di questo piccolo grande santo.
Charles de Foulcauld nacque il 15 settembre 1858, a Strasburgo. Visse una giovinezza come tanti dei nostri giovani di oggi rinnegando l’esistenza di Dio e impegnandosi solo nella ricerca del proprio piacere. Provò a trovare soddisfazione nella competenza e nella disciplina intraprendendo la carriera militare, ma fu congedato presto con disonore per pessimo comportamento e cattiva condotta.
Si dedicò allora a viaggiare, esplorando zone sconosciute all’uomo di quei tempi come il Marocco, impresa che gli meritò una medaglia d’oro dalla Società di Geografia di Parigi. Scosso dalla fede di alcuni mussulmani conosciuti in Africa, decise di fare ritorno a casa in patria. Quell’incontro con fedeli di un’altra fede lo aveva colpito nel più profondo. Si riavvicinò dunque al Cristianesimo e si convertì radicalmente, accettando di accostarsi per la prima volta al Sacramento della Confessione. Cominciò un cammino di lunga conversione e di mutamento di carattere deciso a vivere solo per Dio.
Provò la vita religiosa e provò l’esperienza del monachesimo benedettino più radicale: i monaci trappisti. Fu un fiasco; ne uscì deluso. Dopo alcuni anni si recò in Terra Santa per abitarvi come Gesù, in povertà e nel nascondimento. Fu ordinato sacerdote, con l’intento di poter celebrare e adorare l’Eucaristia nella più sperduta zona del mondo, in Africa. Andò ad abitare in un’oasi del profondo Sahara, si fece una capanna e, come il primitivo Francesco, si vestì una tonaca bianca con cappuccio e una corda e su cui cucì un cuore rosso di stoffa sormontato da una croce. Iniziò là, nel silenzio più profondo, la sua devozione al Sacro Cuore di Gesù.
Non esisteva più Charles de Foulcauld l’esploratore… lì nacque fratel Charles de Jesus. La sua giornata era basata sulla celebrazione eucaristica della Santa Messa, sull’adorazione e sulla contemplazione, una preghiera continua, nell’accoglienza di chiunque potesse transitare su quella pista e fermarsi in quei luoghi anche solo per riposare: cristiani, musulmani, ebrei e idolatri, che passavano per la sua oasi, a loro si presentava come “fratello universale” e offriva a tutti ospitalità per più di tredici anni. Una sera, era il primo dicembre del 1916, la sua abitazione (sempre aperta) fu saccheggiata da predoni. Trovarono il cadavere di Charles de Jesus presso l’altare dove c’era l’ostensorio che conteneva l’ostia, quasi per un’ultima adorazione.
Nel 2004 viene realizzato un lungometraggio dedicato alla sua biografia dal titolo: “Le quattro porte del deserto” diretto da Antonello Padovano. Charles fu beatificato da papa Benedetto XVI ed elevato alla gloria degli altari da papa Francesco il 15 maggio 2022.