Rubicone
Opere di Fioravanti in mostra a Gambettola. L’incontro di oggi. Il professor Raggini: “Per me Ilario è stato un amico e un maestro”
Si chiude domani la mostra “Giocoleria” di opere dell’artista e architetto cesenate Ilario Fioravanti in corso a Gambettola per iniziativa dell’associazione “Gambettola eventi” guidata da Davide Ricci che è anche il patron del carnevale andato in onda il lunedì di Pasqua e il sabato successivo. (cfr pezzo a fianco)
Oggi pomeriggio negli spazi espositivi di via don Giovanni Minzoni, accanto a piazza Pertini, nel cuore della cittadina romagnola, si è tenuto un incontro moderato dall’artista Anton Roca che dirige la scuola di cartapesta legata al carnevale e che ha curato l’allestimento della mostra dedicata a Fioravanti e focalizzata sul tema del circo, delle maschere, del gioco. Tra il pubblico era presente anche l’architetto Marisa Zattini che ha curato la mostra bolognese “Ilario Fioravanti. Epifanie del dolore e della gioia” che resterà aperta fino al 25 settembre.
A tracciare un profilo del poliedrico artista di cui nel 2022 si sono celebrati i cento anni dalla nascita e i dieci dalla morte, è intervenuto il professor Pier Guido Raggini, amico di lunga data di Fioravanti, conosciuti per la prima volta nei primi anni ’60, sui banchi della scuola media in zona Monte, a Cesena. “Ci siamo frequentati per 50 anni”, ha detto subito Raggini, facendo intendere l’amicizia, l’assiduità e anche la confidenza delle frequentazioni durate decenni.
“Mi ha trasmesso la passione per l’arte – ha aggiunto Raggini -. A scuola ci faceva comprare la terra e ci faceva provare. Capii subito che l’arte non era la mia strada, ma da allora ho iniziato a visitare le mostre. Per me Ilario è stato un amico e un maestro. Mi ha insegnato a guardare il mondo con incantamento e a vivere di fronte a un’opera d’arte un’emozione duratura”.
Raggini ha parlato di Fioravanti come di uno capace di scoprire la realtà “nel tempo e nello spazio, da vivere e interpretare. Ha sempre rispettato l’ambiente che aveva attorno, come accadde anche quando mise mano al monastero delle benedettine: non toccò i ciliegi che erano lungo via Celincordia”.
Tra i ricordi di Raggini sull’artista cesenate, alcune frasi celebri: Credo di credere, La terra è di Dio. E poi il rispetto per tutto ciò che c’è intorno, per questo, ha aggiunto l’amico-professore, “non faceva mai abbattere nulla. Conservava tutto, anche i materiali d’uso”.
Fioravanti, nel ritratto pennellato da Raggini, ha fatto l’artista per 80 anni. Nei lunghi colloqui registrati nel 2007, l’amico-prof ha raccolto la confidenza di Fioravanti che voleva fare l’artista già a cinque anni. “La sua – ha aggiunto Raggini – è stata un’arte creativa, libera e generosa. Ha sempre offerto molto del suo ingegno sia al Comune che alla Diocesi, anche perché considerava l’arte un dono gratuito che lui possedeva”.
Secondo Raggini, Fioravanti era dotato di una “curiosità onnivora, su tutto”. E davanti a sé aveva due modelli: il paesaggio e il senso della memoria. “Era uomo colto. Sapeva che occorreva studiare sempre e mantenersi in dialogo con la storia”.
La persona è immagine di Dio, ha aggiunto Raggini, e la parola persona significa maschera che nasconde l’anima. “Forse è anche per questo che Fioravanti aveva questo innamoramento per il circo, per le maschere in cui immortalava l’attimo perché non fosse più dimenticato”.
Poi un aneddoto sul compianto in queste settimane in mostra a Bologna (cfr pezzo a fianco in alto, pubblicato oggi). “Era destinato al monastero delle benedettine, ma nel vederlo, la madre badessa di allora disse: non è un po’ grande? E Fioravanti se lo portò indietro e lo tenne in via Uberti”.
Infine Raggini ha tratteggiato alcune caratteristiche di Fioravanti: “Era timidissimo e coraggiosissimo. Aveva riservatezza e pudore, ma anche chiarezza ed energia infinita. Era onirico. Lui e Fellini, visto che oggi siamo qui a Gambettola, sono due sognatori. Sognavano la realtà. Ironico e anche un po’ viperesco. Era capace di dire, anche davanti agli autori: che schifo. Ma lo diceva perché voleva bene a quell’autore. Invece oggi tutto dicono bene di tutti e non si capisce più quello che vale davvero. Era anche fanciullesco, un eterno bambino, il fanciullino pascoliano”. E poi la proposta di raccogliere in un catalogo il lavoro della mostra che si chiude domani, domenica 23 aprile.
Riccardo Pascucci dell’omonima antica stamperia che ha messo in mostra per la prima volta una tela dipinta da Fioravanti ha sottolineato che le sue opere sono vive e capaci di fare sognare, grazie alle sue mani sapienti”.
Il fotografo Urbano Sintoni, con la moglie Sandra, conobbe Fioravanti grazie all’amicizia con l’artista Osvaldo Piraccini. “Non siamo mai stati i suoi fotografi, ma eravamo amici. A Cervia, dopo una giornata a prendere idee sul mare, passava nel nostro studio e completava il suo lavoro – ha detto Urbano che ha dato voce ai ricordi cui ha contribuito anche la vedova Adele Briani -. E raccontava… E parlava di una donna che aveva incontrato, finché un giorno arrivò con lei, Adele: avevano due sculture sottobraccio. È così che abbiamo conosciuto sua moglie”. Quindi l’incontro con Dario Fo, grazie a Urbano e il ricordo della visita nella casa-museo di Sorrivoli.
Il curatore della mostra gambettolese, Anton Roca ha lanciato una proposta. “È ora di fare il museo dell’arte prodotta in Romagna”. Ha raccolto subito la provocazione l’assessore alla cultura del Comune di Gambettola, Serena Zavalloni che ha sottolineato come “di cultura e arte tutti abbiamo bisogno per capire la realtà” e non scartato la proposta di Roca.
Da ultimo, il patron di Gambettola eventi, Davide Ricci, ha voluto sottolineare come tante scolaresche siano passate in queste settimane dalla mostra e che dal 2009 nella loro scuola della cartapesta siano transitato cinquemila bambini. “Siamo sognatori – ha aggiunto – come lo era Fioravanti. Adesso abbiamo un altro sogno. Realizzare un libro storico sul carnevale di Gambettola”.
Foto di Sandra e Urbano – fotografi a Cesena
Sono tutte opere in mostra a Gambettola
Eccone un’altra. Le foto sono di Sandra e Urbano – Fotografi a Cesena