Dall'Italia
Orogel, Piraccini al Meeting: “Fare bene porta bene”
“La globalizzazione, la trasformazione delle dinamiche economiche sotto la spinta dell’information technology, le crisi economiche e i nuovi flussi migratori stanno mettendo in difficoltà i modelli di coesione, ampliando la forbice della distribuzione della ricchezza e accentuando le tensioni sociali. È in crisi quel modello che si basa sul senso di appartenenza all’interno di una comunità e quel collante sociale che favorisce la gestione dei conflitti e delle differenze che possono essere di natura economica, culturale, di lingua, ma anche di natura educativa. Per arginare il dilagare di questo fenomeno è dovere delle aziende più responsabili riappropriarsi del senso profondo del loro essere comunità e operare tutti i possibili interventi sociali verso territori e persone”. Queste le premesse da cui ha preso avvio, poco fa, l’intervento al Meeting di Rimini di Bruno Piraccini, presidente di Orogel.
“La mia esperienza maturata in oltre 50 anni di attività – così Bruno Piraccini – durante i quali sono accadute le trasformazioni e le innovazioni dei sistemi produttivi più sorprendenti e dei fenomeni sociali e di costume più radicali, mi ha insegnato che per affrontare i temi così globali e complessi, occorre partire dagli ambienti in cui noi stessi viviamo. In particolare dalle nostre imprese, che rappresentano da sole dei sistemi organizzati in cui i fattori come la coesione e l’inclusione, non sono solo pratiche etiche, ma rappresentano i driver del successo dell’azienda, consentendone lo sviluppo armonico e la competitività.”
È questo – è stato ricordato – lo spirito che ha spinto Orogel a investire da sempre in progetti rivolti al benessere del proprio personale, dal social housing al doposcuola per i figli dei dipendenti, dai buoni per l’acquisto di libri scolastici al part time per chi rientra dalla maternità, fino a prestiti a tasso zero e garanzie per l’acquisto della prima casa. Senza tralasciare la formazione aziendale. Per una buona integrazione dei lavoratori immigrati – che rappresentano il 20 per cento del personale – la formazione viene svolta a 360 gradi e una particolare attenzione è riservata alla tutela delle donne, per assicurare pari opportunità e il massimo rispetto.
“Il nostro lavoro non è fatto solo per noi stessi, ma per una collettività. Fare bene porta bene. Non solo a tanti, ma anche a noi stessi”, ha concluso Piraccini.