Padre Edmond (parroco a San Giorgio e originario del Congo) spiega la zona in cui è stato ucciso l’ambasciatore italiano

“Tutto il nostro Paese è molto dispiaciuto per quanto è accaduto ieri”, dice al telefono padre Edmond Kasong, dal 2018 parroco a San Giorgio-Bagnile. Il sacerdote francescano (frate minore) è originario del Congo, del Kasai orientale, una zona molto lontana da dove è avvenuta l’imboscata di ieri, nel nord Kivu, vicino al Rwanda e al Burundi, in cui sono morti l’ambasciatore italiano Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci. Con loro è stato ucciso anche l’autista del convoglio, Mustapha Milambo.

“La zona est, del Congo, quella di Goma, è la più esposta e la più pericolosa del Paese – aggiunge il sacerdote -. È la zona più sfruttata dalle multinazionali, in particolare per il coltan (materia prima fondamentale per le batterie degli smartphone e le auto elettriche, ndr). È una zona di confine e qui il Rwanda vorrebbe allargare i propri territori. In quelle province muoiono migliaia di persone ogni anno. È un territorio fuori dal controllo del governo”.

“Ci sono tanti interessi in gioco – conclude il sacerdote -. Non c’è pace in quel territorio, dove i  bambini non conoscono la scuola e la gente è sempre in fuga. Tanti stanno morendo per difendere la loro terra”.