Rubicone
Padre Occhetta a Longiano: “Piccoli gesti di fraternità possono cambiare il mondo”
“La fraternità è una scelta”. L’ha detto il gesuita padre Francesco Occhetta ieri mattina al convento del Santissimo Crocifisso di Longiano in un incontro organizzato dall’Ordine francescano secolare (Ofs). Al Santuario di Longiano padre Occhetta ha presieduto anche la Messa di Pentecoste.
“I modelli del liberalismo e dell’uguaglianza – ha rilevato il gesuita, segretario generale della fondazione pontificia “Fratelli tutti” presieduta dal cardinale Mauro Gambetti, già guardiano del convento francescano di Longiano – sono degenerati e stanno tramontando. Serve un nuovo principio da riporre nelle vite di ciascuno e nello spazio pubblico: quello della fraternità”.
Padre Occhetta ha spiegato che “fraternità non è fratellanza”, perché “sono comuni le liti fra fratelli biologici per l’eredità”, ma è “scoprire di avere lo stesso destino, la stessa base di umano”. Da qui la consapevolezza che “la fraternità è una scelta, una risposta che cresce con il male, come dopo il secondo conflitto mondiale, quando comunisti e democristiani sedettero allo stesso tavolo per scrivere insieme la Costituzione repubblicana. La fraternità fa germogliare solidarietà e dignità”.
Prendendo a prestito una ricerca dell’Economist, il gesuita ha ricordato che “su un campione di 167 Stati, sono solo 24 le democrazie compiute e appena l’8 per cento della popolazione mondiale vede riconosciute le libertà fondamentali. I conflitti in corso sono 55 e solo la Chiesa si sta battendo in modo concreto per la pace”.
Da qui la scelta della fraternità per “ricostruire rapporti politici e sociali che si rompono”, ma “il paradigma della riparazione ha bisogno di tempo, di verità e di azioni concrete. Questo non è facile nell’epoca della post-verità e dei populismi. Occorre rimettere la società al centro, fra persona e Stato, e non accontentarsi della situazione presente, ma guardare sempre al di là, in un’ottica di resurrezione”.
La fondazione pontificia “Fratelli tutti” offre il suo contributo per diffondere la cultura della fraternità sulla scorta dell’omonima enciclica di papa Francesco. Fra le azioni concrete promosse, c’è il World meeting on human fraternity (Wmhf) voluto dal cardinale Gambetti. “La seconda edizione dell’iniziativa – ha ricordato padre Occhetta – si è svolta a Roma gli scorsi 10 e 11 maggio. Sono stati approntati 12 tavoli su vari temi. Vi hanno partecipato premi Nobel, scienziati, economisti, politici di vari schieramenti, manager, sportivi. Il Pontefice era presente a quello sui bambini. Dai tavoli sono scaturite proposte di fraternità da applicare nei vari ambiti con criteri per misurarne poi l’attuazione”.
L’obiettivo, ha spiegato padre Occhetta citando il cardinale Gambetti, “è offrire a tutto il mondo una rinnovata Carta dell’umano, perché quelle dei diritti, spesso ignorati, non sono più sufficienti”. Occorre quindi codificare comportamenti fraterni perché “sono le piccole azioni concrete di ciascuno che possono cambiare il mondo, per esempio il nostro atteggiamento ogni giorno sul luogo di lavoro con i colleghi. La fraternità è anche terapeutica e aiuta chi la pratica a stare meglio”.