Cesena
Palella ieri sera su Report: tantissimi i dubbi sui rapporti che intrattiene Helbiz
Salvatore Palella ieri sera è stato al centro di un ampio servizio della trasmissione di Raitre “Report”.
Non è uscito bene il giovane imprenditore di origini siciliane. Nativo di Acireale (Catania), la sua famiglia da tempo si è trasferita nel nostro territorio.
Report ha messo in evidenza come Palella avrebbe pagato per una serie di servizi sulla rivista Forbes, copertina compresa, e come dietro il giovane imprenditore si possano celare uomini dalla dubbia fama, con giri di denaro poco trasparenti.
La stessa Helbiz in Italia avrebbe registrato perdite per 950 mila euro per un fatturato di appena 700 mila euro, con giochi contabili poco chiari. Emblematici anche i buchi che Palella avrebbe lasciato nella sua città natale (ora si è trasferito a New York). Il titolare di un Ncc (Noleggio con conducente) dovrebbe avere da Palella oltre 80 mila euro. Saputo dell’interessamento di Report, è stato detto nella trasmissione che si può vedere su Rai play, Palella avrebbe versato un acconto di 20 mila euro chiedendo al suo creditore di dire che il debito era stato saldato. Nell’ampio servizio si è parlato anche delle vicende della squadra di calcio di Acireale e dei rapporti che avrebbe intrattenuto, e ancora avrebbe, con personaggi a dir poco discutibili.
L’azienda da lui fondata, la Helbiz, è sbarcata in tante città italiane con i suoi monopattini. Il 28 luglio scorso è arrivata anche a Cesena (cfr pezzo a fianco), con una presentazione in piazza della Libertà a cui presero parte anche il sindaco Enzo Lattuca e l’assessore alla mobilità Francesca Lucchi.
È vero che l’Amministrazione comunale non dà un solo centesimo a Helbiz, ma è anche vero che alla Helbiz è stato assegnato un servizio da svolgere in città, “come operatore unico per la sharing mobility”. Così si legge nel comunicato stampa inviato dal Comune il giorno stesso della presentazione.
L’assegnazione a Helbiz, fanno sapere da palazzo Albornoz, è avvenuta in base a un avviso pubblico che prevedeva, tra i requisiti richiesti, anche quelli morali di cui al testo unico di pubblica sicurezza e rispetto della normativa del codice antimafia, il decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159.