Papa Francesco a Santa Marta: “Grazie a chi si preoccupa delle famiglie che non hanno a sufficienza per vivere”

“In questi giorni sono arrivate notizie di come tanta gente incomincia a preoccuparsi in un modo più generale degli altri e pensano alle famiglie che non hanno a sufficienza per vivere, agli anziani soli, agli ammalati in ospedale e pregano e cercano di fare arrivare qualche aiuto… Questo è un buon segnale. Ringraziamo il Signore perché suscita nel cuore dei suoi fedeli questi sentimenti”. È la preghiera di ringraziamento con cui il Papa ha cominciato oggi la Messa a Santa Marta, trasmessa in diretta streaming e offerta per tutti coloro che soffrono a causa della pandemia di Covid-19.

Commentando le letture odierne, Francesco si è soffermato sull’accanimento di quanti volevano uccidere Gesù, con un “piano d’azione” ben preciso, dietro al quale c’è il demonio. “Il piano d’azione di questa gente malvagia è proprio dettagli su dettagli, non risparmiare nulla, mettiamolo alla prova con violenza e tormenti, e saggiare lo spirito di sopportazione”, ha spiegato il Papa. “Questo non è una semplice odiosità, non c’è un piano d’azione cattivo – certamente – di un partito contro l’altro: questa è un’altra cosa. Questo si chiama accanimento: quando il demonio che è dietro, sempre, a ogni accanimento, cerca di distruggere e non risparmia i mezzi”. “Dietro ogni accanimento c’è il demonio, per distruggere l’opera di Dio”, il monito di Francesco: “Dietro a una discussione o una inimicizia, può darsi che sia il demonio ma da lontano, con le tentazioni normali. Ma quando c’è accanimento, non dubitiamo: c’è la presenza del demonio. E l’accanimento è sottile”.

“Pensiamo a come il demonio si è accanito non solo contro Gesù, ma anche nelle persecuzioni dei cristiani”, l’invito del Papa, “come ha cercato i mezzi più sofisticati per portarli all’apostasia, ad allontanarsi da Dio. Questo è, come noi diciamo nel parlato quotidiano, questo è diabolico: sì; intelligenza diabolica”. “Mi raccontavano alcuni vescovi di uno dei Paesi che ha subito la dittatura di un regime ateo – ha raccontato Francesco – che arrivavano, nella persecuzione, fino a dettagli come questo: il lunedì dopo Pasqua le maestre dovevano domandare ai bambini: ‘Cosa avete mangiato, ieri?’, e i bambini dicevano cosa era a pranzo. E alcuni dicevano: ‘Uova’, e quelli che dicevano ‘uova’ poi erano perseguitati per vedere se erano cristiani perché in quel Paese si mangiavano le uova, la Domenica di Pasqua. Fino a questo punto, di vedere, di spionaggio, dove c’è un cristiano per ucciderlo. Questo è accanimento nella persecuzione e questo è il demonio”.

Nel momento dell’accanimento, ha spiegato il Papa, “si può fare quello che ha fatto Gesù: tacere. Colpisce, quando leggiamo nel Vangelo che davanti a tutte queste accuse, a tutte queste cose Gesù taceva. Davanti allo spirito di accanimento, soltanto il silenzio, mai la giustificazione. Mai. Gesù ha parlato, ha spiegato. Quando ha capito che non c’erano parole, il silenzio. E in silenzio Gesù ha fatto la sua Passione. È il silenzio del giusto davanti all’accanimento. E questo è valido anche per – chiamiamoli così – i piccoli accanimenti quotidiani, quando qualcuno di noi sente che c’è un chiacchiericcio lì, contro di lui, e si dicono le cose e poi non viene fuori niente… stare zitto. Silenzio. E subire e tollerare l’accanimento del chiacchiericcio. Il chiacchiericcio è pure un accanimento, un accanimento sociale: nella società, nel quartiere, nel posto di lavoro, ma sempre contro di lui. È un accanimento non tanto forte come questo, ma è un accanimento, per distruggere l’altro perché si vede che l’altro disturba, molesta”.

“Chiediamo al Signore la grazia di lottare contro il cattivo spirito, di discutere quando dobbiamo discutere; ma davanti allo spirito di accanimento, avere il coraggio di tacere e lasciare che gli altri parlino”, ha concluso il Papa, che ha terminato la celebrazione con l’adorazione e la benedizione eucaristica, invitando a fare la Comunione spirituale. “Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e Ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io Ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che abbia mai a separarmi da Te”.