Papa Francesco con i giovani al Circo Massimo. Bassetti: “Giovani come aquile, capaci di volare in alto, e non come polli da tenere chiusi in cortile”

Giovani come aquile, capaci di volare in alto e non come polli da tenere chiusi in cortile”. Il presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, card. Gualtiero Bassetti, guarda la distesa dei giovani, oltre 50mila, che hanno riempito il Circo Massimo di Roma, stringendosi intorno a Papa Francesco. Il cardinale sa che hanno macinato chilometri su chilometri, partendo dalle loro diocesi, per arrivare a Roma, alla sede di Pietro, che li attendeva. Sa che hanno fatto, insieme ai loro vescovi e sacerdoti, l’esperienza del cammino su sentieri assolati, hanno pellegrinato in santuari e tesori di fede cari alla tradizione religiosa delle loro terre, hanno visitato luoghi della sofferenza come carceri e ospedali, portando nei loro zaini l’essenziale, per viaggiare più leggeri ma non privi del necessario. “È commovente vederli tutti qui”, racconta al Sir il cardinale non dimenticando di ringraziare il Servizio nazionale per la pastorale giovanile che ha curato l’organizzazione di questo evento che aveva un titolo nemmeno troppo simbolico “Siamo qui”. E i giovani lo hanno gridato con forza e gioia invadendo pacificamente sin dal primo mattino le vie di Roma, ancora assopita per il grande caldo, riempiendole di bandiere, maglie colorate, svegliando la Capitale con canti e suoni. Un lungo serpentone colorato che ha riempito la storica arena romana, circondata da antiche rovine. “Siamo qui” lo hanno ripetuto anche a Papa Francesco accolto come un padre e una guida. “Ogni cammino ha bisogno del suo bastone – ha detto nel suo saluto uno dei tanti giovani che si sono alternati nel dialogo con il Pontefice – per questo le doniamo un bastone pastorale di legno scolpito”. Perché il cammino si fa insieme, come ha ricordato Nicoletta Tinti, ex atleta olimpica di ginnastica e ora in carrozzina, che ha danzato con la sua amica Silvia Bertoluzza. “Io le ho prestato il busto – ha detto Nicoletta al termine della sua testimonianza danzante – e lei mi ha prestato le gambe. Se si vuole andare veloce si può andare da soli, ma se si vuole andare lontano serve camminare insieme”.

Giovani e chiesa insieme per andare più lontano. Il card. Bassetti lo ribadisce usando una metafora calcistica: “La Chiesa non può stare in panchina con i giovani. Deve essere al loro fianco per indicare la direzione. Deve accompagnarli a guardare verso l’alto, come solo le aquile sanno fare. La Chiesa deve aiutarli perché guardino in alto. Non possiamo venire meno a questa missione, non possiamo limitarci ai soli bisogni materiali dei giovani che pure sono da tenere presenti. I giovani hanno sete di alto”. Lo sguardo del cardinale torna sui volti di tanti ragazzi e ragazze appoggiati alle transenne, che cercano i loro vescovi poco distanti. Li chiamano, cercano di salutarli, dopo aver camminato con loro per giorni: “Siamo qui”. Il presidente della Cei non va per il sottile:

“I giovani sono da accompagnare e non da comandare o da guidare. Non sono polli da tenere chiusi in un cortile. Dobbiamo aiutarli – ripete – ad avere occhi di aquila”.

Un impegno gravoso in un tempo in cui non mancano le critiche alla Chiesa, anche dagli stessi giovani. Una, severa, arriva dal grande palco del Circo Massimo, da un giovane infermiere che ha parlato di una Chiesa chiusa nel recinto delle proprie pratiche. Sono lontani i tempi dei “raduni oceanici”, ammette il cardinale Bassetti: “Se avessimo fatto quest’incontro 20 anni fa ci sarebbero stati 150mila giovani, perché in ogni famiglia c’erano almeno due o tre giovani. Oggi ce n’è al massimo uno. Nonostante ciò, continuano a venire”. Non c’è crollo demografico che tenga, “i giovani hanno sete di Alto” e chiedono alla Chiesa di indicare loro la “Fonte”. “Questa è la primavera della Chiesa italiana, questi sono i nostri giovani – conclude il cardinale -. Come Chiesa siamo impegnati ad accompagnarli, a stare assieme a loro ed è anche con questo spirito che abbiamo vissuto questo incontro quale passo verso il Sinodo di ottobre. Vogliamo accompagnarli perché abbiamo bisogno della loro freschezza”. Al Circo Massimo la festa continua. La freschezza dei 50mila è pronta a travasarsi nella Notte Bianca dentro le chiese di Roma.