Dalla Chiesa
Papa Francesco: “Finiamo di giudicare gli altri, solo l’amore risana la vita”
“Gesù si lascia toccare dal nostro dolore e dalla nostra morte, e opera due segni di guarigione per dirci che né il dolore né la morte hanno l’ultima parola. Ci dice che la morte non è la fine. Egli vince questo nemico, dal quale non possiamo liberarci da soli”. Lo ha detto papa Francesco, ieri, affacciandosi dalla finestra del Palazzo apostolico vaticano per l’Angelus in cui ha commentato il brano del Vangelo in cui “Gesù si imbatte nelle nostre due situazioni più drammatiche, la morte e la malattia”.
Soffermandosi sulla “malattia più grande della vita”, il Pontefice l’ha indicata nella “mancanza di amore”, nel “non riuscire ad amare”. “La guarigione che più conta è quella degli affetti. Gesù è capace di guarirli”.
Riflettendo sui “rimedi sbagliati per saziare la nostra mancanza di amore”, papa Francesco ha osservato che ci rifugiamo in due cose “successo e soldi”, ma “l’amore non si compra, è gratuito”. “Ci rifugiamo nel virtuale, ma l’amore è concreto. Non ci accettiamo così come siamo e ci nascondiamo dietro i trucchi dell’esteriorità, ma l’amore non è apparenza. Cerchiamo soluzioni da maghi, da santoni, per poi trovarci senza soldi e senza pace”.
Evidenziando che “ognuno di noi, nel suo segreto, conosce bene le cose brutte della propria storia”, il Papa ha ricordato che “Gesù le guarda per guarirle”. “Invece a noi piace guardare le cose brutte degli altri” e “cadiamo nel chiacchiericcio”. Quindi, un messaggio diretto ai fedeli: “Gesù ti chiede uno sguardo che non si fermi all’esteriorità, ma vada al cuore; uno sguardo non giudicante – finiamo di giudicare gli altri -. Gesù ci chiede uno sguardo non giudicante, ma accogliente. Apriamo il nostro cuore per accogliere gli altri. Perché solo l’amore risana la vita”.
Al termine dell’Angelus, dal Papa la richiesta di preghiere per la pace in Medio Oriente e la sua vicinanza per “le popolazioni del sud-est della Repubblica Ceca colpite da un forte uragano”.