Papa Francesco: “Guai a coloro che pensano di seguire Gesù per fare carriera”

“La Chiesa per sua natura è in movimento, non se ne sta sedentaria e tranquilla nel proprio recinto. È aperta ai più vasti orizzonti, inviata – la Chiesa è inviata! – a portare il Vangelo per le strade e raggiungere le periferie umane ed esistenziali”. A ribadirlo è stato il Papa, durante l’Angelus di ieri, in cui ha spiegato che “l’urgenza di comunicare il Vangelo, che spezza la catena della morte e inaugura la vita eterna, non ammette ritardi, ma richiede prontezza e disponibilità”.

La Chiesa è itinerante, la Chiesa è decisa, agisce in fretta, sul momento, senza aspettare”, la tesi di Francesco, secondo il quale “la sequela di Gesù esclude rimpianti e sguardi all’indietro, ma richiede la virtù della decisione”. “La Chiesa, per seguire Gesù, è itinerante, agisce subito, in fretta, é decisa”, ha ripetuto il Papa: “Il valore di queste condizioni poste da Gesù – itineranza, prontezza e decisione – non sta in una serie di ‘no’ detti a cose buone e importanti della vita. L’accento, piuttosto, va posto sull’obiettivo principale: diventare discepolo di Cristo. Una scelta libera e consapevole, fatta per amore, per ricambiare la grazia inestimabile di Dio, e non fatta come un modo per promuovere sé stessi”. “È triste questo!”, ha esclamato Francesco: “Guai a coloro che pensano di seguire Gesù per promuoversi, cioè per fare carriera, per sentirsi importanti o acquisire un posto di prestigio. Gesù ci vuole appassionati di Lui e del Vangelo. Una passione del cuore che si traduce in gesti concreti di prossimità, di vicinanza ai fratelli più bisognosi di accoglienza e di cura. Proprio come Lui stesso ha vissuto”.

“Nelle ultime ore abbiamo assistito in Corea a un buon esempio di cultura dell’incontro”, ha aggiunto il Papa al termine dell’Angelus, riferendosi alla stretta di mano tra il presidente americano Trump e il presidente della Corea del Nord, Kim Jong-un, nel territorio di quest’ultimo. “Saluto i protagonisti, con la preghiera che tale gesto significativo costituisca un passo ulteriore nel cammino della pace, non solo su quella penisola ma a favore del mondo intero”, l’auspicio del Santo Padre. “In quest’ultimo giorno di giugno – ha proseguito Francesco – auguro a tutti i lavoratori di poter avere durante l’estate un periodo di riposo, che possa giovare a loro e alle loro famiglie. Prego per quanti in questi giorni hanno patito maggiormente le conseguenze del caldo: malati, anziani, persone che devono lavorare all’aperto, nei cantieri… Che nessuno sia abbandonato o sfruttato”.